Digiti. Rivista manoscritta https://teseo.unitn.it/digiti <p><em>Digiti. Rivista manoscritta</em>, a cadenza semestrale, nasce da un progetto didattico dedicato allo sviluppo delle potenzialità della comunicazione mediante la scrittura a mano ed è realizzato da student*, dottorand* e docenti del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento.</p> Università degli Studi di Trento it-IT Digiti. Rivista manoscritta Festina lente https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3046 <p>“Festina Lente” è il motto che adottò Aldo Manuzio, il padre dell’editoria moderna, simboleggiato nella sua marca tipografica dall’ancora con il delfino. “Affrettati Lentamente” è diventato quindi il motto che misura bene il tempo all’interno della<br>bottega, che ha una densità molto variabile lungo la giornata e nelle diverse lavorazioni. L’articolo si svilupperà seguendo i tempi del processo produttivo, dove è importante affrettarsi e portare avanti il lavoro con celerità e speditezza, ma dove allo stesso modo la cura del dettaglio, la precisione, la concentrazione esigono il loro tributo, in un inno alla lentezza. Simboli del tempo e degni rappresentanti della dicotomia sopra citata, sono la colla e la pressa. È necessario che il lavoro sia compiuto con sveltezza, sbagliare i tempi di utilizzo dei collanti può sia vanificare il lavoro effettuato che pregiudicarne quello futuro.<br>Il tempo di pressa è un tempo di riposo, necessario ed imprescindibile, che va rispettato e che è bene conoscere intimamente.<br>Nelle intenzioni dell’autore l’intervento si dovrebbe concludere con un'analisi, molto pragmatica piuttosto che teorica, del rapporto tra il tempo e la qualità del lavoro artigiano: un tentativo tracciare una rotta dal “festina lente” aldino al “tempo è denaro” di Franklin, così brutalmente asservito al capitalismo sfrenato dell’editoria moderna, usando come bussola il<br>binomio “quantità - qualità”.</p> Andrea Andreatta Copyright (c) 2024 Andrea Andreatta https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 14 19 Ad Occidente https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3058 <p>L'Autobiografia linguistica è scritta in lingua cinese (mandarino), quindi traslitterata e poi tradotta in italiano dall'autrice. È il racconto di un dialetto che nel tempo è andato perduto, sostituito dalla lingua ufficiale, imposta nelle scuole e nella vita quotidiana, e dunque di modi di comunicare che cambiano ma anche di usi sociali che si trasformano.</p> Jialan Chen Copyright (c) 2024 Jialan Chen https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 20 36 Il tempo del corsivo https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3045 <p><span style="font-weight: 400;">Focus dell’articolo sarà il tempo necessario per l’apprendimento delle nozioni e lo sviluppo della capacità di scrivere a mano, per il quale sono necessari diversi anni da un lato a causa dell’organizzazione del sistema scolastico dall’altro per i tempi di formazione completa dei lobi celebrali che controllano il movimento. Si rifletterà, quindi, sulla relazione del tempo rispetto alla capacità di scrittura, sul tempo di pianificazione e su quello di esecuzione.</span></p> Paola Pisetta Copyright (c) 2024 Paola Pisetta https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 8 13 I tempi della malattia https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3067 <p><span style="font-weight: 400;">Il mio intervento vuole essere una riflessione sui </span><em><span style="font-weight: 400;">tempi</span></em><span style="font-weight: 400;"> della malattia oncologica, considerati e percepiti secondo la prospettiva di chi non la soffre in prima persona ma condivide il quotidiano di chi è malato. </span><span style="font-weight: 400;">Sarà un racconto che ripercorrerà a distanza di anni le emozioni provate, i ricordi di quei giorni ormai lontani ma che lasciano dei segni indelebili che bisogna imparare a metabolizzare. </span><span style="font-weight: 400;">Quando ho letto il tema proposto ho immediatamente pensato a questa mia esperienza personale che in realtà è condivisa da moltissime persone che tutti i giorni si trovano a dover fare i conti con </span><em><span style="font-weight: 400;">i tempi della malattia</span></em><span style="font-weight: 400;">. </span><span style="font-weight: 400;">Il fatto è che, per quel che mi riguarda, queste astrazioni e riflessioni si sono materializzate a posteriori. </span><span style="font-weight: 400;">Anche questo è un effetto del tempo, di quel </span><em><span style="font-weight: 400;">prima e dopo</span></em><span style="font-weight: 400;"> che ti cambiano la vita e che mi piacerebbe condividere con i lettori. </span><span style="font-weight: 400;">Si tratta di una narrazione senza dubbio intima, magari non adatta a questo tipo di pubblicazione ma credo che le modalità e l’espressività della scrittura manoscritta possano esserne il tramite ideale.</span></p> Simonetta Freschi Copyright (c) 2024 Simonetta Freschi https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 130 133 La scala dei ricordi https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3068 <p><span style="font-weight: 400;">Cosa sono i ricordi? I ricordi sono delle sporgenze su cui ci aggrappiamo quando abbiamo paura di cadere nell’oblio. Questo è un racconto che parla di tempi, di gioventù e maturità, dei ricordi che ci lasciamo alle spalle e che vorremmo si potessero rinchiudere in un barattolo, come si fa con le lucciole, per far sì che non volino via. La storia è narrata in prima persona, e parla di una bambina e di una donna che si ritrovano in sogno a sostenere le mura della propria casa attraverso i ricordi. La donna sogna sé stessa da giovane, mentre sta imparando ad andare in bicicletta nella sua casa tra gli aranci e le zagare. La bambina è stanca di pedalare, qundi si ferma per ritrovare il respiro, ed è così che arriverà di fronte a una scala a chiocciola. In quel luogo così familiare, nel sogno, nel suo posto segreto, la donna, che è anche la bambina, imparerà a volare dimenticandosi di cosa vuol dire andare in bici. La storia analizza i tempi in quanto ricordi, ne evidenzia la loro preziosità, la loro fuggevolezza e l’insistenza dell’uomo nel volerli tenere stretti a sé.</span></p> Teresa Friscia Copyright (c) 2024 Teresa Friscia https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 134 140 Quando il tempo diventò denaro https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3052 <p><span style="font-weight: 400;">Questa breve riflessione vuole soffermarsi sull’importanza del tempo come merce nella società contemporanea industriale, osservando come l’impressione di scarsità di tempo all’interno dello stile di vita occidentale sia ormai diventata diffusa. In prospettiva storica, comparando sommariamente le abitudini quotidiane dell’uomo medio dell’ultima età moderna con i cambiamenti indotti dalle Rivoluzioni Industriali del XVIII e XIX secolo desidero soffermarmi sul concetto stesso di “tempo libero” e della sua estensione dalle classi più elevate della società occidentale alle masse di lavoratori nel corso del periodo storico preso in esame. Questo articolo intende descrivere come, da appannaggio delle classi agiate, il tempo libero si sia diffuso quasi ad ogni strato sociale permettendo nuove aperture culturali negli individui oltre l’orizzonte ristretto della vita lavorativa, grazie anche alle innovazioni tecnologiche che permettono la vita notturna e all’aumento medio del welfare state nei paesi occidentali.</span></p> Giovanni Almici Copyright (c) 2024 Giovanni Almici https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 60 66 Economia del tempo e dell’attenzione https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3053 <p>Viviamo in un'epoca in cui alla nostra attenzione viene richiesto di rielaborare una quantità inimmaginabile di informazioni e se ci prestiamo a questo, la nostra giornata (la nostra vita) dovrà necessariamente concentrarsi su quelle e dunque sullo schermo dello smartphone. Quanto influisce sulla qualità della nostra vita? Nel saggio tale domanda verrà posta all'interno di una riflessione sul turismo giovanile. Il testo dell'articolo è in ungherese, con traduzione in italiano.</p> Anna Rita Irimiás Copyright (c) 2024 Anna Rita Irimiás https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 67 72 Monumenti https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3054 <p><span style="font-weight: 400;">Nell’articolo si intende affrontare il tema dell’eredità dei monumenti eretti da regimi oppressivi del passato, poiché essi costituiscono una rappresentazione fisica del nevralgico contatto tra il tempo passato, la cui memoria è spesso dolorosa, scomoda e ingombrante, il tempo presente e il tempo futuro, per la costruzione del quale si intende selezionare valori culturali e sociali da trasmettere. In questa prospettiva saranno presentati alcuni esempi concreti delle variegate modalità in cui il dialogo tra tempi si può articolare per quanto riguarda i monumenti, con la consapevolezza che ogni caso è in realtà unico, ma nel tentativo di poterne trarre una riflessione di carattere generale sulle modalità di convivenza col passato e rielaborazione di esso al fine di progettare il futuro. Gli esempi a cui si farà riferimento sono i monumenti fascisti in Italia, i monumenti comunisti nei territori dell’ex URSS e i monumenti confederati negli USA.</span></p> Sara Martina Copyright (c) 2024 Sara Martina https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 73 78 I tempi di una banda https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3066 <p>Per la rubrica 'Voci', Sergio Rolfi intervista Andrea Loss, <span style="font-weight: 400;">direttore di orchestra di fiati e insegnante di direzione di Trento.</span></p> Sergio Rolfi Andrea Loss Copyright (c) 2024 Sergio Rolfi, Andrea Loss https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 124 129 L'arte di contare i tempi https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3059 <p><span style="font-weight: 400;">Ogni forma d’arte richiede tempo per essere esperita, ma oggi il tempo che siamo disposti a concedere all’arte è sempre meno. Ciò che la contemporaneità pretende da noi è l’accelerazione e l’arte con cui interagiamo deve essere fugace, ridotta in pillole e, possibilmente, anestetizzante. Chi qui scrive non si ritiene estraneo a questo </span><em><span style="font-weight: 400;">Zeitgeist</span></em><span style="font-weight: 400;">, incapace di apprezzare l’architettura o una visita in un museo, e costantemente con gli auricolari e la musica nelle orecchie. Forse, però, proprio nelle forme artistiche più quotidiane si nasconde ancora un nucleo di resistenza, un allenamento per riprendere controllo e coscienza del passare del tempo. Questo testo non sarà un’elegia dell’arte classica e canonica, di quelle forme ipostatizzate che oggi veneriamo come le nostre radici culturali, quell’arte che richiede tempo e formazione per essere apprezzata. Queste pagine saranno un elogio alle forme d’arte che sento immediatamente mie, come la musica e la danza, che mi salvano dal terrore di aver perso tempo, perché mi hanno insegnato a contare i tempi.</span></p> Sebastiano Vecellio Salto Copyright (c) 2024 Sebastiano Vecellio Salto https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 37 42 Poetica degli affetti e strutture temporali nell'opera italiana https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3049 <p><span style="font-weight: 400;">Il contributo si propone di mettere in relazione il tempo con l’attività di ascolto e comprensione della musica, con particolare riferimento all’opera lirica italiana. L’intento primario è quello di chiarire in che senso la musica sia il dispositivo fondamentale nella costruzione del dramma operistico e in che senso assuma una funzione temporalizzante. Si procederà poi a delineare in sintesi quali siano le tre strutture temporali che si possono individuare nel dramma per musica, ossia il tempo della rappresentazione, il tempo rappresentato e il tempo degli affetti.&nbsp;</span><span style="font-weight: 400;">Lo scopo è quello di spiegare in modo semplice e concreto (anche tramite alcuni esempi) in che modo il sovrapporsi di questi diversi livelli di temporalità possa generare una pluralità di esiti sul piano drammatico, dilatando o restringendo i tempi dell’azione che si svolge sulla scena. Infatti, uno sguardo al complesso rapporto fra tempo della parola e tempo della musica è indispensabile per cogliere le peculiarità del teatro lirico, nonché per poter dare un senso a ciò che uno spettatore odierno potrebbe erroneamente interpretare come assolute e ingiustificate inverosimiglianze.</span></p> Martina Mussoi Copyright (c) 2024 Martina Mussoi https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 43 48 Musica mensurabilis https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3050 <p><span style="font-weight: 400;">Al tramonto del XV secolo, il problema del tempo musicale – in senso assoluto, come durata, e relativo, come rapporto fra durate - diviene oggetto preferenziale della riflessione teorica dei musici Johannes Tinctoris (+ ca. 1511) e Franchino Gaffurio (+ 1522). Entrambi rivolgono le loro energie alla sistematizzazione e alla razionalizzazione della semiografia mensurale – il sistema notazionale usato per definire durate e rapporti fra durate – , applicando alle figure musicali, ai segni di </span><em><span style="font-weight: 400;">mensura </span></em><span style="font-weight: 400;">e a quelli di proporzione criteri stabili e matematicamente fondati. La fissazione di una norma e di un confine certo tra prassi ortodosse e non ortodosse ha un significativo impatto nel ruolo del notatore, che vede ridursi il margine per la sua autonoma interpretazione della lingua musicale e della sua scrittura in favore di una “codificazione” con ambizioni universalistiche; contestualmente, giunge al termine la stagione delle libere e rizomatiche sperimentazioni sul ritmo notato e cantato. Il contributo ripercorre brevemente le tappe del processo di razionalizzazione della notazione mensurale, illustrando come tale processo sia dipeso anche dall’imporsi dei modelli di calcolo della aritmetica commerciale o “d’abaco”.</span></p> Giacomo Pirani Copyright (c) 2024 Giacomo Pirani https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 49 54 Omaggio ad Allen Ginsberg https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3060 <ol start="1955"> <li class="show"><span style="font-weight: 400;">Six Gallery, San Francisco. Allen Ginsberg legge il suo poema Urlo. È l’inizio della Beat Generation e di tutto quanto, fino alla fine degli anni settanta, avverrà nel mondo giovanile e della contestazione.</span></li> <li class="show"><span style="font-weight: 400;"> Sessantasette anni dopo. Altri tempi. Mi guardo intorno e gioco a ri-scrivere. I primi versi. L’inizio. L’inizio di cosa?</span></li> </ol> Angelo Ricciardi Copyright (c) 2024 Angelo Ricciardi https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 55 59 Guerra, futuro, Pleistocene https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3055 <p><span style="font-weight: 400;">1348, Palazzo papale di Avignone. Papa Clemente VI siede tra due fuochi, per scongiurare il contagio della peste nera che sta devastando l’Europa. Ma questa epidemia, questo «fiato nero» che striscia sulla terra, ci catapulta ai tempi di una pandemia molto più recente, quella del 2020, «un anno che non fu»</span><em><span style="font-weight: 400;">.</span></em><span style="font-weight: 400;"> Nella sua seconda silloge poetica, </span><em><span style="font-weight: 400;">der hund ist immer hungrig</span></em><span style="font-weight: 400;"> (</span><em><span style="font-weight: 400;">il cane ha sempre fame</span></em><span style="font-weight: 400;">), Anja Kampmann si interroga sul nostro presente con uno sguardo che è al contempo memore del passato e proiettato verso il futuro. Con una lingua precisa e disadorna, ma non per questo priva di bellezza, l’autrice ci accompagna in questo viaggio fatto di continui salti temporali, dal Pleistocene agli anni ’90, dal secondo dopoguerra ai possibili scenari futuri, tracciando una rotta di cui non è dato vedere la destinazione finale. La raccolta, di cui ho curato la traduzione in italiano, è stata pubblicata dalla casa editrice La Nave di Teseo (2024).</span></p> Dafne Graziano Copyright (c) 2024 Dafne Graziano https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 79 84 Dal metodo a un'idea di tempo in “The Waste Land” https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3056 <p><span style="font-weight: 400;">Nel primo verso di </span><em><span style="font-weight: 400;">The Waste Land</span></em><span style="font-weight: 400;"> si legge </span><em><span style="font-weight: 400;">April is the cruellest month</span></em><span style="font-weight: 400;">, affermazione che rovescia una lunga tradizione letteraria e simbolica che ha sempre considerato la primavera come momento di celebrazione e rinascita. L’articolo in questione si propone di chiarire il contesto in cui un’affermazione così contro intuitiva trovi la sua ragione di essere, portando in evidenza il contrasto tra il susseguirsi naturale delle stagioni e il tempo frammentato in cui fluttuano le vicende narrate nel poemetto. In generale, verrà analizzato il modo in cui Eliot tratta il tempo in </span><em><span style="font-weight: 400;">The Waste Land</span></em><span style="font-weight: 400;">, sia direttamente come oggetto della poesia che indirettamente come strumento narrativo e compositivo.</span></p> Pietro Bozzato Copyright (c) 2024 Pietro Bozzato https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 85 91 Attendere la fine dei tempi https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3061 <p><span style="font-weight: 400;">Questo articolo vuole sottolineare un aspetto spesso sottovalutato del tempo, ovvero la sua possibile fine, in particolare analizzando un modello filosofico di comprensione della storia chiamato apocatastasi. Facendo riferimento al libro dell’</span><em><span style="font-weight: 400;">Apocalisse</span></em><span style="font-weight: 400;"> della dottrina religiosa cristiana e alla concezione della fine dei tempi come raggiungimento di un </span><em><span style="font-weight: 400;">telos</span></em><span style="font-weight: 400;">, di uno scopo della propria esistenza, si vuole introdurre il doppio concetto di </span><em><span style="font-weight: 400;">parusia</span></em><span style="font-weight: 400;"> e di </span><em><span style="font-weight: 400;">exousia</span></em><span style="font-weight: 400;">. Entrambi i termini, di origine greca, fanno riferimento alla sostanza (</span><em><span style="font-weight: 400;">ousia</span></em><span style="font-weight: 400;">), all’essenza da cui tutta la realtà ha inizio, ma in cui ha anche la sua fine: la </span><em><span style="font-weight: 400;">parusia</span></em><span style="font-weight: 400;"> è ciò che tende, ciò che si accosta all’</span><em><span style="font-weight: 400;">ousia</span></em><span style="font-weight: 400;">, mentre il termine </span><em><span style="font-weight: 400;">exousia</span></em><span style="font-weight: 400;"> indica qualcosa che proviene da quell’</span><em><span style="font-weight: 400;">ousia</span></em><span style="font-weight: 400;">, che ne deriva. Quella sostanza da inverare è quindi la </span><em><span style="font-weight: 400;">parusia</span></em><span style="font-weight: 400;"> (che nella dottrina cristiana si tratta della seconda venuta di Cristo), mentre l’</span><em><span style="font-weight: 400;">exousia</span></em><span style="font-weight: 400;"> è il provenire stesso da quell’essere. L’<em>exousia</em> non è l’essere nella pienezza dell’</span><em><span style="font-weight: 400;">ousia</span></em><span style="font-weight: 400;">, ma è qualcosa di provvisoriamente “orientato a”: è la dimensione di spazializzazione del tempo nell’attesa della </span><em><span style="font-weight: 400;">parusia</span></em><span style="font-weight: 400;">. Il vero compimento dell’esistenza viene proiettato in una dimensione che trascende la vita terrena.</span></p> Elisa Rugolotto Copyright (c) 2024 Elisa Rugolotto https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 92 97 Le lacerazioni nei tempi https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3062 <p><span style="font-weight: 400;">Nella prefazione ai </span><em><span style="font-weight: 400;">Lineamenti di filosofia del diritto</span></em><span style="font-weight: 400;">, parlando della </span><em><span style="font-weight: 400;">Repubblica</span></em><span style="font-weight: 400;"> di Platone, Hegel mette in relazione filosofia, tempo e pensiero. Con una frase di profonda sensibilità, egli racchiude il procedere delle idee nel tempo, dietro cui si nasconde il nocciolo delle sue lezioni di filosofia della storia: “La filosofia è il proprio tempo colto in pensieri”. Scavando a fondo, si trova lo stesso tema, anche se in un'altra prospettiva, in uno dei suoi primi scritti: </span><em><span style="font-weight: 400;">Differenza tra il sistema di Fichte e quello di Schelling</span></em><span style="font-weight: 400;">. Secondo il filosofo tedesco, la filosofia nasce per unificare gli opposti. Infatti, ogni tempo genera una lacerazione che la filosofia tenta di sanare, avendo come obiettivo la verità. Tuttavia, tempi nuovi generano nuove opposizioni. In questo articolo, quindi, prendendo spunto dalla visione hegeliana del tempo, farò delle riflessioni sulle scissioni generate dal tempo e al modo in cui la filosofia può sanarle. </span></p> Eugenio Donini Copyright (c) 2024 Eugenio Donini https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 98 102 Le quattro età del mondo https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3063 <p><span style="font-weight: 400;">Questo breve articolo vorrebbe porre l’attenzione su quella concezione temporale tipica della cultura e filosofia indiana a partire dai </span><em><span style="font-weight: 400;">Purana</span></em><span style="font-weight: 400;">, scritti religiosi risalenti al VI sec. CE. In particolare, verrà sottolineato come il dispiegarsi del tempo sia concepito circolarmente, secondo un modello largamente presente anche nella filosofia occidentale, dall’antichità fino alla contemporaneità. Questa circolarità, in India, segue uno schema ben preciso, legato a quell’idea brahmanica di ordine (</span><em><span style="font-weight: 400;">Dharma</span></em><span style="font-weight: 400;">) che deve essere mantenuto. Questo richiede un intervento diretto degli dei, perché nelle diverse fasi temporali il </span><em><span style="font-weight: 400;">Dharma</span></em><span style="font-weight: 400;"> è destinato a decadere, per poi essere ripristinato. È il tempo stesso a essere causa della necessaria decadenza dell’ordine cosmico, perché è un tempo che corrode. L’articolo esaminerà questa visione del tempo, comparandola con concezioni simili, in particolare quella nietzschiana dell’eterno ritorno dell’uguale e quella stoica della conflagrazione universale.</span></p> Irene Parietti Copyright (c) 2024 Irene Parietti https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 Lo scorrere del tempo https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3064 <p><span style="font-weight: 400;">Il </span><em><span style="font-weight: 400;">De brevitate vitae</span></em><span style="font-weight: 400;"> di Seneca tocca molteplici nuclei tematici della filosofia stoica. Infatti, il filosofo, in questo testo e nelle </span><em><span style="font-weight: 400;">lettere a Lucilio</span></em><span style="font-weight: 400;">, sottolinea il rapporto tra saggezza e tempo: il </span><em><span style="font-weight: 400;">sapiens</span></em><span style="font-weight: 400;"> è presentato come colui che sa trasformare il valore temporale da quantitativo a qualitativo. L’opera senechiana è, quindi, un’esortazione alla saggezza, all’atarassia del saggio, in contrapposizione agli </span><em><span style="font-weight: 400;">occupati</span></em><span style="font-weight: 400;">, che, indaffarati, non percepiscono lo scorrere del tempo e l’avvicinarsi della morte. Infatti, da una prospettiva stoica, la vita è resa breve dagli uomini: gli </span><em><span style="font-weight: 400;">occupati</span></em><span style="font-weight: 400;"> vivono come se potessero vivere per sempre, trattando il tempo come un “niente”. L’articolo ha, quindi, l’obiettivo di entrare all’interno della visione stoica del tempo, della sua inafferrabilità, a partire dall’analisi della visione della vita divisa in passato, presente e futuro. Infatti, è da questa divisione che emerge l’instabilità della realtà e dell’esistenza umana, il continuo scorrere del tempo che solo il saggio filosofo sa cogliere.</span></p> Lavinia Braguglia Copyright (c) 2024 Lavinia Braguglia https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 109 113 Chi ha tempo ha vita https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3065 <p>Lo scopo di questo articolo sarà quello di focalizzare l’attenzione del lettore sul modo di scandire il tempo attraverso gli occhi di tre figure differenti durante il periodo medievale: il contadino, il religioso e il mercante. La vita di un contadino era regolata dalle stagioni, queste ultime infatti stabilivano il ciclo dell’aratura, della semina, della coltivazione e del riposo durante il periodo invernale. Oltre al duro lavoro per prendersi cura dei campi la vita dell’agricoltore dipendeva anche dalla frequenza delle messe, centrali sia per per la vita sociale sia per la reputazione. La vita di un religioso era fortemente scandita dalla frequenza costante alle varie funzioni religiose che si tenevano svariate volte durante la giornata. Oltre a questo, un ecclesiasta svolgeva altre attività: lavori agricoli, attività di aiuto nei confronti dei poveri e copiatura dei manoscritti. La vita di un mercante era scandita dallo studio, dall’attività economica, dalla frequenza in Chiesa e dalla partecipazione alla vita mondana. Attraverso questa narrazione della gestione del tempo di questi tre protagonisti si potrà avere una più ampia conoscenza del periodo storico preso in esame e della realtà sociale.</p> Vanessa Planchel Copyright (c) 2024 Vanessa Planchel https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 114 123 È tempo… https://teseo.unitn.it/digiti/article/view/3057 <p>Nell’editoriale si illustrano i contenuti del numero della rivista dedicato a ‘Tempi’.</p> Adriana Paolini Copyright (c) 2024 Adriana Paolini https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 2024-06-19 2024-06-19 2 5 7