@article{Colistra_2023, title={Scritture d’architetti. L’alleanza verbo-iconica}, volume={6}, url={https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/2519}, DOI={10.15168/xy.v6i11-12.2519}, abstractNote={<p>L’analisi critica della scrittura degli architetti non ha mai ricevuto l’approfondimento che avrebbe meritato. Per un architetto, l’atto di scrivere può avere due esiti materiali: un testo privo di immagini, trascrizione di un pensiero verbale; un testo che si accompagna alle immagini, le integra e ne amplia il significato. Nel primo caso, l’analisi della scrittura rientra nell’ambito della grafologia. Questa disciplina, nonostante l’esistenza di scuole storicamente consolidate (come quella italiana, che fa riferimento all’opera di Girolamo Moretti), non è considerata scientifica in quanto la validità dei metodi di analisi utilizzati non risulta dimostrabile. In ogni caso, il metodo proposto da Moretti non tratta in modo specifico le caratteristiche della scrittura dell’architetto; a volte la associa quella degli altri artisti figurativi, altre volte a quella dell’ingegnere. Nel secondo caso la scrittura è integrata all’immagine e la sua analisi rientra a pieno titolo nell’ambito degli studi iconografici. Per indicare tali forme di scritto-grafia useremo il termine “grafismo”. Occorre innanzitutto distinguere i grafismi “autografi” da quelli “allografi”. I primi sono rivolti all’autore stesso; i secondi, pur essendo realizzati a mano libera, sono destinati a persone diverse rispetto all’autore e, quindi, hanno un valore più esplicitamente declaratorio. Per quanto riguarda la “funzione” della scrittura rispetto al disegno a mano libera possiamo distinguere: funzioni “didascaliche” (la scrittura aggiunge informazioni a un disegno già compiuto in sé); funzioni “integrative” (la scrittura aggiunge informazioni che il disegno non può fornire); funzioni “iperboliche” (la scrittura enfatizza un giudizio dell’autore in relazione al disegno o ne mette in evidenza una particolare qualità). Un caso particolare di grafismo è costituito dal “calligramma”. In esso l’immagine e il testo sono così intimamente connessi da costituire un sinolo inscindibile. Attraverso questo contributo proveremo a suggerire un metodo per una prima sistematizzazione delle scritture a corredo del disegno autografo d’architettura, in modo da potere successivamente sviluppare analisi appropriate a seconda del tipo di grafismo preso in esame.</p>}, number={11-12}, journal={XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte}, author={Colistra, Daniele}, year={2023}, month={apr.}, pages={62–73} }