TY - JOUR AU - Dolcemascolo, Angelo Maria PY - 2020/09/03 Y2 - 2024/03/29 TI - Santa Maria dell’Ammiraglio: metodo e interpretazione JF - XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte JA - XY VL - 4 IS - 8 SE - 08-2019-Articoli DO - 10.15168/xy.v4i8.157 UR - https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/2175 SP - AB - <p><span style="font-weight: 400;">Nelle chiese siciliane di età normanna, l’abilità sintetico‒astratta di gestire le geometrie elementari per opera di maestranze arabe, s’incontra con l’interlocuzione ascetica bizantina, saldamente fedele ai dogmi incontrovertibili del Monte Athos. Gli uni evocano il divino con un’architettura bloccata, con larghe superfici e una stereometria semplice e rigorosa; gli altri, con immagini riportate su pareti, volte e cupole, esprimono in maniera subliminale il messaggio criptico di eternità. Lo spazio volumetrico di S. Maria dell’Ammiraglio è l’esito armonico della contiguità di due </span><em><span style="font-weight: 400;">facies,</span></em><span style="font-weight: 400;"> il riscontro di due egemonie culturali, con strutture e forme definite ma organicamente correlate. Il sincretismo culturale arabo‒bizantino si concentra nel costrutto geometrico del quinconce su cui entrambi basavano la forza comunicativa delle proprie tradizioni artistico‒decorative per esprimere sul piano i più alti valori spirituali con l’alternanza di cerchi e quadrati. Arabi e bizantini trovano nel quinconce il loro grado di compatibilità culturale, un DNA comune che rende questi due organismi culturalmente compatibili capaci di derivare dall’arte un nuovo lessico geometrico che si realizza, in architettura, nella tridimensionalità dello spazio. La chiesa dell’Ammiraglio miniaturizza in una trama progettuale‒compositiva lo spirito e le specificità di un’architettura che sintetizza le relazioni geometrico‒spaziali tratte dal quinconce che si evolvono nei due tracciati geometrici complementari: la “progressione statica dei cerchi concentrici” e la “progressione dinamica dei cerchi scalari”. I due </span><em><span style="font-weight: 400;">storytelling</span></em><span style="font-weight: 400;"> del confronto speculare pavimento‒cupola, sono la tessitura di un incessante gioco d’intrecci tra spazio e decori, e affermano la complementarità utile a gestire tutti i gradi di proporzionalità codificati nelle tre dimensioni spaziali della chiesa, altezza, lunghezza e larghezza, in sincronia organica con le geometrie degli apparati decorativi musivi e pavimentali della chiesa.</span></p> ER -