XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte https://teseo.unitn.it/xy-rivista <p><em>XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte</em> (e-ISSN 2499-8346) è una rivista scientifica annuale che promuove ricerche sul ruolo dell’espressione figurativa come strumento di costruzione e comunicazione della conoscenza.</p> it-IT info@xydigitale.it (Redazione di XY) info@xydigitale.it (Redazione di XY) Fri, 02 May 2025 15:18:19 +0000 OJS 3.3.0.8 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Rappresentare per profili. La montagna descritta attraverso il suo contorno https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3120 <p>Il profilo della montagna è riconosciuto essere uno degli elementi distintivi con cui si individua la montagna stessa, la sua lettura per contrasto con il cielo di sfondo che ne caratterizza l’iconica riconoscibilità. In tal senso, il contributo indaga la rappresentazione della montagna attraverso la forma grafica del profilo, inteso come il disegno che riproduce la linea estrema del suo contorno. Si pensi al profilo triangolare disegnato a mano libera come estrema sintesi del concetto di montagna, ma anche a quello dettagliato dagli alpinisti per indicare le nuove vie percorse; al profilo topografico come rappresentazione in scala su un piano cartesiano dell’andamento altimetrico lungo una linea planimetrica; al profilo artistico (tanto realistico quanto astratto) che l’illustratore disegna per descrivere la montagna attraverso accattivanti artefatti grafici; al profilo dei percorsi montani dell’escursionismo cicloturistico o delle grandi ed epiche corse a tappe; al profilo presente nei loghi di<em> brand</em> aziendali e territoriali in cui sono presenti montagne reali e immaginate. Il contributo si occupa con approccio tassonomico del variegato alternarsi di modalità e tipologie rappresentative del profilo della montagna che assumono simbolicamente il significato figurato di altrettanti modi e tipologie di guardare alla montagna con l’obiettivo di favorire chiavi di lettura visuali del suo ruolo di patrimonio identitario e condiviso.</p> Simone Bori Copyright (c) 2025 XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3120 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Racconti di-segni. Le montagne di Dino Buzzati https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3087 <p>Considerato uno dei maggiori scrittori italiani del XX secolo e per questo più noto per l’attività letteraria che per quella grafico-pittorica, Dino Buzzati (1906-1972) ha consacrato il suo amore per la montagna con immagini concepite come racconti dipinti. Biografia e bibliografia confermano una vocazione per l’espressione visiva, parallela a quella per la scrittura. Questa doppia anima letteraria e figurativa si presta a valutare l’efficacia retorica delle immagini nel loro rapporto di complementarietà con le parole. Ai frutti della sua penna versatile si affianca l’esercizio delle arti visive nel disegno, nella pittura e nel racconto illustrato, per arrivare al fumetto. Tra le immagini dedicate alla montagna, spicca il richiamo alle figure retoriche della sua tempera più famosa, un duomo di Milano surreale (1958). La piazza diventa un altopiano alpino da cui svettano guglie e pinnacoli ispirati alla Cima Canali, che sciolgono come cera nei conoidi di deiezione che delimitano la scena agreste. La metonimia gioca con il bisticcio e l’anamorfosi, sottolineando nell’allegoria grafica il doppio uso delle due parole, con un evidente richiamo alla carica espressiva delle figure del linguaggio verbale. La montagna, carica di richiami simbolici, è una presenza ricorrente e metamorfica di paesaggi rarefatti, composti da pochi elementi essenziali e si trasforma in dune sabbiose, vulcani eruttanti, cumulonembi minacciosi o città turrite, come una palestra di espressione visiva. Essa offre lo spunto per un confronto tra due linguaggi diversamente legati alla possibilità di creare “figure”. I racconti grafico-pittorici dello scrittore, milanese di formazione ma “montanaro” di nascita ed elezione, sottolineano le relazioni tra il linguaggio grafico e quello verbale. Buzzati racconta le montagne a modo suo, come le vede e come le sente e le rappresenta in modo immaginifico: la libertà espressiva del disegno si sostituisce alla precisione della parola, lasciando comunque aperta la porta al sogno dell’immaginazione.</p> Michela Rossi, Sara Conte Copyright (c) 2024 XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3087 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Utopia della montagna sacra https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3110 <p>L’immagine della montagna si è costruita intorno all’idea di un’entità connotata da una notevole massa a cui è stata spesso associata la percezione di essere una zona impervia. Questo luogo, caratterizzato da notevole altezza ed estensione e difficile percorrenza, ha segnato profondamente l’immaginazione umana tant’è che, nel corso dei secoli e in più culture, alla montagna sono stati attribuiti valori simbolici rappresentativi sia di un’idea di potenza che di trascendenza. Secondo il mito greco, la cima della montagna fu il luogo divino dell’unione fra la Terra (Hera) e il Cielo (Zeus) mentre in più religioni e culture l’idea di ascensione al cielo tramite la montagna fu avvertito come un percorso di purificazione, luogo di ritorno al “principio” e manifestazione del sacro. Ciò premesso, scopo del presente articolo è indagare alcuni scenari immaginifici che hanno connotato culture diverse sia temporalmente che spazialmente. Partendo dalla concezione gnoseologica dell’antico <em>Imago Mundi</em>, il primo scenario si propone di analizzare le relazioni se non equivalenze idiomatiche e concettuali tra immaginazione, utopia e montagna, fino a sfociare nei supposti gnoseologici dello <em>Speculum Mundi</em> dell’arte rinascimentale attraverso la rappresentazione della montagna in pittura. Nel rinascimento (Pinturicchio, Mantegna, Leonardo, ecc.), la montagna diventa parte di un paesaggio inscrivibile nella concezione di estasi, il fuori-di-sé in quanto connessione tra macro e microcosmo, sensibile e intellegibile. Il secondo scenario sviluppa il tema simbolico della montagna in ambito contemporaneo attraverso l’opera dell’artista cinese Yang Yongliang che, partendo dalla tradizione pittorica cinese di rappresentazione dei paesaggi montuosi quale celebrazione dell’armonia fra specie umana e Natura (nota come <em>Shan shui</em>), restituisce la montagna quale richiamo alla consapevolezza nei confronti di politiche consumistiche basate sul profitto e dei conseguenti disastri socio-ambientali.</p> Cesare Battelli, Ornella Zerlenga Copyright (c) 2025 Cesare Battelli, Ornella Zerlenga https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3110 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Tracce visibili, tracce invisibili. La trama della montagna come infrastruttura https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3114 <p>Lo scenario delle terre alte d’Abruzzo, comprendenti il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Regionale Sirente-Velino è caratterizzato da alte cime che convergono su vasti altopiani. Le peculiarità geomorfologiche di questi territori dettano un certo tipo di interazioni antropiche come la pastorizia, l’agricoltura e la selvicoltura. Il risultato è quindi un territorio disegnato dalle pratiche e modalità di occupazione dell’uomo, legate alla messa in comune di risorse e beni. Questa trama è evidente non solo nelle tracce visibili, come quelle dei “campi aperti”, ma anche nelle tracce proprietarie e amministrative, apparentemente invisibili ma tali da avere accessi strategici per sfruttare ed usufruire delle risorse del territorio. Analizzando nello specifico questi luoghi individuiamo una rete di risorse che, tramite il “disegno del territorio”, identifica il patrimonio comune della montagna. Si può quindi pensare alla montagna come un’unica infrastruttura? Una trama costruita da innumerevoli relazioni e zone di contatto dove identificare gradi di collaborazione? Questo contributo vuole indagare un nuovo modo di leggere e rappresentare il paesaggio montano. Attraverso l’osservazione e la decrittazione di queste tracce possiamo modulare nuovi immaginari spaziali e rendere visibili le strutture nascoste, espletando e reinterpretando l’alfabeto fisico dell’antropogeografia. Un unico palinsesto composto da strati mai casuali, una trama disegnata e quindi progettata.</p> Roberta Agnifili Copyright (c) 2025 Roberta Agnifili https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3114 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 I borghi montani italiani del Wisconsin. Hillbrows and Hilltowns di Robert Venturi https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3111 <p><em>Hillbrows and Hilltowns </em>(Venturi 1955, manoscritto inedito 225.XI.108, Venturi Scott Brown Collection, Architectural Archives, University of Pennsylvania) è il titolo del testo in cui Robert Venturi raccoglie le sue più profonde e spontanee riflessioni sul rapporto architettura-paesaggio, e nello specifico sul modo in cui piccoli borghi rurali punteggiano il paesaggio montano degli Appennini del Centro Italia. Scritto nel 1955, e da allora rimasto totalmente inedito, il breve saggio viene presentato per la prima volta con il duplice intento di portare l’attenzione tanto sulle radici teoriche del pensiero venturiano, quanto sulle necessarie pratiche di re-immaginazione del paesaggio montano italiano nella società contemporanea. L’ambizioso saggio dall’architetto italo-americano nasce dalle numerose esperienze collezionate a partire dal suo primo viaggio in Italia nel 1948, e proseguite negli anni di permanenza come <em>fellow</em> presso l’American Academy in Rome tra il 1954 e il 1956. La volontà di esplorare i più remoti borghi rurali italiani si intreccia in una duplice valenza identitaria per Venturi; infatti, se da un lato egli si reca nel piccolo paese di Atessa (Abruzzo) per esplorare il luogo natio di suo padre Roberto, dall’altro le armoniose visioni che queste architetture arroccate su cucuzzoli offrono di sé stesse lo suggestionano a tal punto da spingerlo ad una profonda analisi introspettiva circa l’identità dell’architettura americana. Nel testo <em>Hillbrows and Hilltowns</em> Venturi prova a rispondere alla difficile domanda: cosa è autentico? Quale architettura è autenticamente parte e espressione di una cultura, e in che modo questa può sopravvivere nel tempo senza interrompere il legame di reciprocità tra natura e architettura? Venturi porta a suo sostegno le opere realizzate da Frank L. Wright a Taliesin, costruendo un’interessantissima analogia tra un intero borgo medievale italiano e un’abitazione di nuova costruzione nel paesaggio americano in cui sembrano riecheggiare le parole dell’Alberti: «la città è come una grande casa, e la casa a sua volta una piccola città» (Alberti 1450, 1966).</p> Francesca Sisci Copyright (c) 2025 Francesca Sisci https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3111 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Montagne Cyborg. Metamorfosi post-belliche e post-minerarie nei luoghi di confine tra Trentino-Alto Adige e Sardegna https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3127 <p>Il contributo antropico in termini geologici è ormai una componente ampiamente riconosciuta nel dibattito corrente, ma spesso concepita esclusivamente in termini oppositivi, estranei o perturbanti rispetto a una presunta naturalità originaria dei contesti di riferimento, in particolar modo se parliamo di montagna. Attraverso il confronto tra due casi studio distinti per localizzazione e genesi (bellica/estrattiva) ma accomunati da dinamiche e processi evolutivi, ci interessa analizzare quelle situazioni territoriali in cui il contributo antropico partecipa all’invenzione di parti di montagna, di nuove geografie e geologie ibride. Sia nel caso delle fortificazioni abbandonate della Prima Guerra Mondiale in Trentino-Alto Adige, che dei paesaggi post-minerari della Sardegna sud-occidentale, la montagna è passata attraverso un processo di artificializzazione tanto <em>ex ante </em>quanto <em>ex post</em>. Questi organismi mutanti mettono in discussione l'idea di manufatto arrivando a presentare un catalogo di nuovi rilievi, oggetti geografici e volumi geologici sparsi tra le Prealpi e l’Iglesiente, la Vallarsa e il Sulcis, all’interno di una cornice di elementi naturali creati dall’uomo. Questi fossili contemporanei si presentano come apparizioni topografiche alla scala territoriale capaci di riconfigurare interi comparti geografici attraverso processi di addizione, sottrazione o accumulo, diventando così prodotti di nuove archeologie che si pongono a metà strada tra paesaggio e architettura. In una sorta di alchimia ciclopica capace di rimescolare caratteri e attributi, il cemento si fonde con il granito, gli scarti dell'attività estrattiva si trasformano in risorse e paesaggi emergenti, andando a comporre organismi minerali con caratteristiche proprie, schegge geologiche risultanti da processi distruttivi o, all’opposto, produttivo-costruttivi, permettendo di ripensare la nozione di montagna e di naturalità alla luce di una strategia possibile di co-evoluzione.</p> Sara Favargiotti, Adriano Dessì, Marco Ferrari, Roberto Sanna Copyright (c) 2025 Sara Favargiotti, Adriano Dessì, Marco Ferrari, Roberto Sanna https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3127 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Interpretare il territorio alpino nel tempo attraverso la rete dei presidi d’alta quota https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3081 <p>I rifugi in alta quota raccontano i tempi e i modi con i quali l’uomo ha conosciuto le Alpi. Nati come ripari, oggi compongono una rete di presidi sviluppatasi sui rilievi nel tempo, riflettendo le mutazioni socioeconomiche della storia. L’attuale contesto climatico e il crescente grado di fruizione mettono però in discussione la presenza e il ruolo di queste strutture in un contesto di fragilità come quello di alta montagna. Ipotizzare scenari futuri per le costruzioni in quota richiede una conoscenza approfondita sulla loro evoluzione e sul loro rapporto con il territorio. Ricostruzioni georiferite, diagrammi e strumenti interpretativi diventano il supporto principale al processo di analisi delle aree montane per comprendere lo sviluppo della rete di presidi nel tempo, interpretandone le dinamiche di fruizione e la relazione con il clima. A partire dalla creazione di un dataset inedito di 914 rifugi alpini italiani oltre i 1500 m s.l.m., individuati attraverso lo studio della letteratura, e dall’elaborazione dei relativi dati geografici, altimetrici, temporali e ricettivi raccolti, il contributo illustra l’evoluzione del rapporto tra uomo e montagna mediante l’utilizzo di rappresentazioni analitiche e interpretative. Connettendo queste informazioni con quelle climatiche e di rischio geo-idrologico, l’indagine propone un metodo per costruire un quadro conoscitivo utile a prefigurare scenari futuri. L’intersezione tra informazioni di tipo climatico, geo-idrologico e architettonico consente di esaminare il territorio alpino in un modo trasversale a più ambiti, utile a valutare la presenza e il ruolo dei rifugi e a evidenziare come, in futuro, la rete dei presidi d’alta quota potrà giocare un ruolo fondamentale nelle strategie di gestione sostenibile dei territori montani.</p> Elisa Bernard, Massimiliano Condotta, Elisa Zatta Copyright (c) 2025 Elisa Bernard, Massimiliano Condotta, Elisa Zatta https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3081 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Gino Buscaini, montagne tra le mani https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3356 <p>.</p> Silvia Metzeltin, Giovanna Durì Copyright (c) 2025 Silvia Metzeltin, Giovanna Durì https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3356 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Il concorso per l'immagine di copertina https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3263 <p>.</p> Redazione di XY Copyright (c) 2024 XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3263 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000 Editoriale. Luoghi in quota https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3357 <p>.</p> Giovanna Massari Copyright (c) 2025 XY. Studies on the representation of architecture and the use of the image in science and art https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 https://teseo.unitn.it/xy-rivista/article/view/3357 Fri, 04 Apr 2025 00:00:00 +0000