Una casa fuori porta…
DOI:
https://doi.org/10.15168/xy.v2i4.74Abstract
Ammettendo di non essere mai stato negli spazi dei pianeti vicini, l’approccio al tema è qui molto personale e per qualche verso simile a quello della fantascienza classica (anni ‘50–’70 del secolo scorso); un mondo in cui l’indagine prima, partendo dalle future invenzioni possibili, era però orientata sui possibili comportamenti umani e sull’agire degli esseri di fronte a situazioni nuove. Ci possiamo così accorgere che, se si era molto pensato in questa direzione, poche invece sono le immagini che potevano rappresentare lo spazio costruito, che qui invece più ci interessa. Abbiamo già problemi, con l’abitudine al politically correct, anche solo per rappresentare gli esseri umani, che nei media vogliono emergere nelle loro diverse forme, generi, colori, etnie… Forse però possiamo immaginare qualcosa della forma degli spazi, ma soltanto partendo da grandi categorie, con forme semplici, con grandi soluzioni semplici. Le bolle di sapone sono la struttura che insegna di più. Le caverne sono da millenni uno dei ripari più sicuri. Il passato ci ha fatto intravedere tanto: mostri, astronavi, mondi possibili, strani alieni, ma molto poco sulla forma degli spazi costruiti possibili. È un tema insito nella “narrazione” contemporanea, dove si spera che a risolvere i problemi umani non sia la loro saggezza (forse nessuno ci crede) ma i supereroi, che non per nulla vengono considerati dai media come i veri attori delle fortune umane. È anche interessante notare che in tempi più remoti, quelli di J. Verne, le illustrazioni seguivano con cura il racconto, mentre in tempi più recenti ci si è maggiormente limitati alle copertine, che risultavano però una forma di preciso riferimento, di suggerimento, non di descrizione della situazione. Diverso è il mondo dei fumetti, che lascerò da parte, che volutamente si tiene lontano dalla realtà, in modo però apparentemente parallelo, non “con–” o “di–vergente”, andando spesso verso i supereroi o qualcosa di simile; ma che nel tempo si è invece mostrato capace in qualche modo di influenzare non tanto il costruito quanto l’apparenza dei singoli, la moda stessa. Qualche accenno anche alle forme che quegli spazi costruiti potranno avere, ricordando come già questi stessi spazi si stanno evolvendo oggi sulla terra, ma ricordando specialmente che questi dovranno essere completamente diversi tra loro su altri pianeti, diversi proprio tra pianeta e pianeta, in funzione della diversa forza di gravità e quindi delle diverse possibilità di comportamento semplice dell’uomo. E per rimanere sul personale, anche qualche figura originale.