Tracce visibili, tracce invisibili. La trama della montagna come infrastruttura
DOI:
https://doi.org/10.15168/xy.v9i15.3114Parole chiave:
decrittazione, progettualità, stratificazioneAbstract
Lo scenario delle terre alte d’Abruzzo, comprendenti il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Regionale Sirente-Velino è caratterizzato da alte cime che convergono su vasti altopiani. Le peculiarità geomorfologiche di questi territori dettano un certo tipo di interazioni antropiche come la pastorizia, l’agricoltura e la selvicoltura. Il risultato è quindi un territorio disegnato dalle pratiche e modalità di occupazione dell’uomo, legate alla messa in comune di risorse e beni. Questa trama è evidente non solo nelle tracce visibili, come quelle dei “campi aperti”, ma anche nelle tracce proprietarie e amministrative, apparentemente invisibili ma tali da avere accessi strategici per sfruttare ed usufruire delle risorse del territorio. Analizzando nello specifico questi luoghi individuiamo una rete di risorse che, tramite il “disegno del territorio”, identifica il patrimonio comune della montagna. Si può quindi pensare alla montagna come un’unica infrastruttura? Una trama costruita da innumerevoli relazioni e zone di contatto dove identificare gradi di collaborazione? Questo contributo vuole indagare un nuovo modo di leggere e rappresentare il paesaggio montano. Attraverso l’osservazione e la decrittazione di queste tracce possiamo modulare nuovi immaginari spaziali e rendere visibili le strutture nascoste, espletando e reinterpretando l’alfabeto fisico dell’antropogeografia. Un unico palinsesto composto da strati mai casuali, una trama disegnata e quindi progettata.

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