Pas de deux, fenomenologia del movimento reciproco
Abstract
La danza è la ricerca delle possibilità espressive del movimento. Se nel rapporto tra spazio e corpo il ballerino raggiunge la consapevolezza della propria presenza nel mondo, l’autocoscienza in moto può oltrepassare i confini della singolarità. Grazie all’interazione dei corpi di due ballerini, il pas de deux legifera l’incontro libero dell’Ego con l’essenza dell’Alter. I ballerini sacrificano l’autonomia della propria danza, giungendo all’Aufhebung delle loro identità, il dialogo delle alterità sostiene e ispira il movimento reciproco. Ricerca e allontanamento, tensione e dolcezza, scontro e accoglienza, cedimento e supporto alimentano il moto di costruzione di significato ed emozioni, replicando la struttura del gioco descritto da Eugene Fink: il flusso costante di opposizioni trova armonia, raggiungendo la poiesi semantica. Osservato secondo i criteri della fenomenologia, il passo a due colma la distanza dal Leib altrui grazie all’interazione con un Körper eccedente, che impone di essere riconosciuto come personalità collaboratrice. La presenza reciproca non è solo un rapporto estetico, ma la costruzione di un codice comunicativo - la fisicità del movimento - straordinariamente penetrante. È contemporaneamente cifrario e messaggio, artista e pubblico, arte in moto.
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