Un altare per la madre: la lamentazione letteraria di Ferdinando Camon
Abstract
In una prospettiva antropologica, che considera la scrittura letteraria come una pratica culturale, questo articolo intende mostrare un’analogia funzionale tra rito e romanzo. In particolare, esso analizza la corrispondenza tra la lamentazione funebre, come è stata osservata negli anni Cinquanta dall’antropologo E. De Martino in alcune aree dell’Italia meridionale, e il romanzo di Ferdinando Camon, Un altare per la madre(Premio Strega del 1978). La scrittura è considerata qui come una reazione culturale alla “crisi del cordoglio” che la morte della madre attiva nel sé dello scrittore; nel contesto culturale di Camon, la letteratura assume lo stesso significato che, nel contesto folklorico meridionale studiato da De Martino, la lamentazione assumeva per le donne in lutto. Entrambe le pratiche, anche se molto diverse in sé, operano una “destorificazione” del tempo e una metaforizzazione della realtà: hanno il potere, così, di trasformare la tragedia individuale della morte in un dramma (col doppio significato di evento doloroso e rappresentazione) universale, quindi di neturalizzarla e risolverla.
In an anthropological perspective, which considers literature as a cultural practice, this article aims to show the functional analogy between ritual and novel. In particular, it analyzes the correspondences between the mourning lamentation ritual, as it has been observed in the 1950s by the anthropologist E. De Martino within some rural areas of Southern Italy, and F. Camon’s novel, Un altare per la madre (Premio Strega 1978). Writing is considered as a reaction to the «crisi del cordoglio» (the mourning crisis) the death of his mother causes in the writer’s self; within Camon’s cultural context, literature assumes the same meaning which, in the southern folkloric context, lamentation assumed for mourning women. Both the practices, even though they are very different, operate a «destorificazione» (destorification) of time and a metaphorization of reality, which have the power to transform the individual tragedy of death into a universal drama (with the double meaning of painful event and representation) and thus to neutralize it and resolve it.