Ibridismo è ideologia Alcune considerazioni sul poema in prosa di Jiménez.

Autori

  • Ida Grasso Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" Università degli Studi di Napoli "Federico II"

Abstract

Le raccolte Platero y yoDiario de un poeta reciencasado nate, come ricorda lo stesso Jiménez, da reali occasioni autobiografiche, e pubblicate nello stesso anno (1917) costituiscono uno snodo importante non solo nella produzione lirica del grande poeta di Moguer. In esse la novità è anzitutto di tipo formale: sperimentando con sempre maggiore consapevolezza il genere del poema in prosa, e contaminandolo, come si vede in modo particolare nel Diario, con la versificazione libera, Jiménez avvia una seconda fase della sua ricerca poetica. A quale tradizione lirica, in primo luogo ispanica, e poi europea, è possibile ascrivere l’ibridazione dei generi poetici sperimentata da Jiménez? Quale finalità lirica esorta il poeta ad adoperare il poema in prosa per narrare di personali esperienze biografiche? Che tipo di soggettività veicola questo genere-non genere della modernità? E più in generale: è possibile che l’autore andaluso attribuisca al poema in prosa, oltre che una funzione lirico-narrativa, precipui contenuti metapoetici? Nel presente studio si proverà a rispondere a tali interrogativi a partire dallo studio delle due opere menzionate, che hanno il vantaggio di definirsi come due campioni pressocché coevi dell’ibridismo del poeta. L’ipotesi è che in Platero e nel Diario Jiménez si faccia portavoce di una sorta di personale bilancio, non solo rispetto alla tradizione modernista ispanica, ma anche a quella europea. In controtendenza con quest’ultima, che trova il suo archetipo negli Spleen baudelairiani, per l’autore andaluso l’ibridazione dei generi lirici non è una modalità di rappresentazione della disarticolazione del moderno, ma al contrario, e piuttosto in linea con la generazione lirica ispanica a cui egli appartiene, di affermazione di una visione di un mondo coeso e denso di ethos.}

 

Jiménez’s collections of poems Platero y yo and Diario de un poeta reciencasado, written after real autobiographical occasions and published in the same year (1917), are very important in the large production of this great lyric poet. In them, the novelty is firstly formal: experimenting the prose poem with increasing awareness, and contaminating it, particularly in the Diario, with the free verse, Jiménez starts a second phase of his poetic research. To which lyric tradition, primarily Hispanic, and then European, can we ascribe the hybridism of literary genres pioneered by Jiménez? Which lyrical purposes move the poet in using the prose poem to represent personal biographical experiences? What kind of subjectivity is conveyed by this genre? And more in general: does Jiménez give the prose poem some meta-poetic content, beyond a lyric-narrative function? This study will try to answer these questions grounding on the analysis of the two mentioned lyrical collections, which represent two contemporary examples of Jiménez’s hybridism. The hypothesis is that, in Platero and in Diario, Jiménez realises a personal analysis of his own poetry, not only with respect to the Hispanic Modernist tradition, but also to the European one, which finds its archetype in Baudelaire’s Spleen of Paris. Jiménez thinks that hybridism of lyric genres is not a mode of representation of the Modernity’s disarticulation but, on the contrary, and quite in line with the Hispanic lyric generation to which he belongs, is the affirmation of a cohesive and ethic world

Biografia autore

Ida Grasso, Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" Università degli Studi di Napoli "Federico II"

Ida Grasso (Torino, 1984) nel 2012 ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze letterarie. Letterature moderne e comparate presso l’Università di Bari “Aldo Moro”. Dal 2012 al 2015 è  titolare di contratti d’insegnamento di Letteratura spagnola e di Lingua e Traduzione spagnola presso l’Università di Napoli “Federico II” e di Bari “A. Moro”. I suoi interessi di ricerca s’incentrano su questioni relative alla poesia e al romanzo spagnoli tra Ottocento e Novecento. È autrice di saggi sulla poesia di Villaespesa, Jiménez, Alberti, Rosales. Si è occupata, inoltre, di problemi di traduzione e di ricezione italiana della poesia spagnola del ’27, e della Generazione del ’98. Ha curato la traduzione italiana de El árbol de la ciencia di Pío Baroja per Marchese editore (di prossima pubblicazione). La monografia d’impianto comparatistico Un topos moderno. Il pellegrinaggio sentimentale nella poesia europea tra Otto e Novecento (Pacini, 2013), dove vi è una sezione monografica dedicata al Diario de un poeta reciencasado di Jiménez, ha vinto l’edizione 2013 del Premio “Opera Critica” promosso dall’Associazione di Studi Comparati “Sigismondo Malatesta”, e il Premio “Runner up” di Critica Internazionale Gadda Prize (Harvard 2015).

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Pubblicato

31-05-2016

Come citare

Grasso, I. (2016). Ibridismo è ideologia Alcune considerazioni sul poema in prosa di Jiménez. Ticontre. Teoria Testo Traduzione, (5), 1–19. Recuperato da https://teseo.unitn.it/ticontre/article/view/1004

Fascicolo

Sezione

S. monogr - Mash up. Forme e valenze dell’ibridazione nella creazione letteraria