La duplice immagine dello spazio nella pittura. Lo spazio di Caravaggio e Chagall
DOI:
https://doi.org/10.15168/xy.v2i3.65Abstract
Esiste una duplice immagine dello spazio all’interno della pittura, soprattutto nelle rappresenta- zioni pittoriche sacre o a sfondo mitologico, il cui studio rivela possibili significati oltre quelli già chiaramente esplicitati dalla stessa rappresentazione. Si tratta di significati che spesso dichiarano e chiariscono la concezione dello spazio filosofico e dello spazio matematico, così come la visione dello spazio geometrico e dello spazio vissuto. Nelle rappresentazioni bibliche di Caravaggio e Chagall tratte dal Nuovo Testamento lo spazio è interpretato secondo una duplice concezione spaziale. La prima concezione è mentale, là dove l’uomo ritrova dimensioni spirituali e senso te- ologico; la seconda concezione è fisica e matematica, là dove le trame psicologiche e immateriali si svelano disponendosi in uno spazio misurabile quindi concreto e reale. Lo spazio nero cara- vaggesco, all’interno del quale corpi e figure tra allegoria e simbolismi sospendono le loro azioni rendendole eterne, insieme al celeste spazio stellato di Chagall, la cui dimensione figurativa den- sa di immagini in movimento ritrae trame orientali riportate nella visione onirica, descrivono e rappresentano uno spazio astratto che riporta il mistero della fede dentro lo spazio matematico, appena sorto nel caso di Caravaggio e relativistico nel tempo di Chagall. Entrambi tentano di rappresentare azioni mistiche e spirituali in una possibile realtà, in uno spazio misurabile e noto, attraverso cose e figure, traducendo l’evento e le azioni descritte in un evento rappresentabile e rappresentato perciò possibile e vero. Così, la luce che riveste lo spazio caravaggesco ha una precisa funzione nel momento in cui estrae dal buio del mistero e dell’ignoto la certezza della fede collocandola in uno spazio non più, o non più soltanto, mentale ma fisico e reale. Le due immagini dello spazio inventate e disegnate da Caravaggio e da Chagall (oggetto di questo stu- dio svolto in continuità con una ricerca precedentemente avviata sul disegno dello spazio nella pittura) elevano l’immagine degli spazi e dei luoghi delle sacre scritture congiungendo attraverso una duplice rappresentazione l’immagine del mito con l’immagine della realtà e la dimensione terrena con quella ultraterrena; il tutto derivato da una conoscenza filtrata e interpretata dal pensiero di due artisti tormentati e sensibili distanti nel tempo ma uniti nelle immagini dello spazio rappresentato.