«È come sbucciare una cipolla, vi è uno strato dopo l'altro». Il chimico e scrittore Levi di fronte a Kafka

Authors

  • Monica Biasiolo FAU Erlangen-Nürnberg

Abstract

Dopo il confronto con il famoso testo kafkiano Il Processo da parte di Alberto Spaini, Ervinio Pocar e Giorgio Zampa, nel 1983 esce nella collana ‘Scrittori tradotti da scrittori’ di Einaudi il Kafka di Primo Levi. È certamente una prova non semplice, sia perché lo scrivere di Kafka è uno scrivere oscuro ed enigmatico sia perché le pagine di Kafka obbligano per chi le traduce a misurarsi e a riflettere su temi quali la colpa, la vergogna e la dignità umana, temi che anche Levi, reduce da Auschwitz, fu costretto ad affrontare. Come sostiene Levi in un articolo pubblicato su «Il Tempo» sempre in quel 1983: «[R]ivisitare Kafka [è] una palinodia del mio ottimismo illuministico, ed un modo singolare di rivivere quella mia lontana stagione». Ma il lavoro sul testo kafkiano, tra avvicinamento e prese di distanza, si dipana anche come processo di riflessione sulla scrittura, in particolare su compiti e responsabilità dello scrivere e del comunicare, e sullo svisceramento di una lingua, il tedesco, che assume un ruolo in molti eventi decisivi della vicenda personale leviana.

After Alberto Spaini, Ervino Pocar and Giorgio Zampa’s edition of Kafka’s famous novel The Trial, in 1983 Primo Levi’s translation of the same text was published by Einaudi in the series ‘Scrittori tradotti da scrittori’. The translation of Kafka’s works is certainly not an easy task. Indeed, on the one hand, Kafka’s writing is obscure and enigmatic; on the other hand, it forces the translator to deal with and reflect upon such themes as guilt, shame and human dignity, which Levi, as an Auschwitz survivor, had to tackle as well. In an article published by «Il Tempo» in the same year, Levi claimed that «[R]ivisitare Kafka» was «una palinodia del mio ottimismo illuministico, ed un modo singolare di rivedere quella mia lontana stagione».  Levi’s work on Kafka’s text, oscillating between proximity and distance, also entails a process of reflection on the duties and responsibilities of writing and communicating, as well as on the exploration of German as a language which played an important role in many crucial events of Levi’s life.

 

PAROLE CHIAVE 

Franz KaFKa; Primo Levi; Auschwitz; Der Prozess; Il processo; colpa; Einaudi; Scrittori tradotti da Scrittori; traduzione; linguaggio dell’assenza.

 

Author Biography

Monica Biasiolo, FAU Erlangen-Nürnberg

Monica Biasiolo lavora come docente presso la Friedrich-Alexander-Universität di Erlangen-Nürnberg (Germania), dove ha concluso nel 2010 anche un dottorato di ricerca sulla figura di Giaime Pintor. Presso l’Università di Augusta, dove ha un incarico come docente a contratto, sta svolgendo una tesi di abilitazione sull’utopia nella letteratura della seconda metà del 19. secolo in relazione alla Querelle des Sexes in una prospettiva comparatistica. Tra i temi principali di ricerca si segnalano le avanguardie (in particolare il futurismo), i Gender Studies, la scrittura e l’iconografia di guerra, la letteratura dell’età fascista, il rapporto tra letteratura e traduzione e quello tra letteratura e fumetto.

Published

2016-11-30

How to Cite

Biasiolo, M. (2016). «È come sbucciare una cipolla, vi è uno strato dopo l’altro». Il chimico e scrittore Levi di fronte a Kafka. Ticontre. Theory Text Translation, (6), 117–137. Retrieved from https://teseo.unitn.it/ticontre/article/view/1019

Issue

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Sezione monografica - Primo Levi scrittore