Mitologie a confronto. Pavese e Pasolini: irrazionalismo e ideologia

Autori

  • Lavinia Mannelli Università di Pisa

Parole chiave:

Pavese; Pasolini; America; mito; etno-antropologia

Abstract

Pavese e Pasolini sono senza alcun dubbio due dei più grandi autori della letteratura italiana del ‘900: entrambi appassionati dei testi classici, da Omero alle Mille e una notte, condividono un senso religioso della vita o, come suggerisce Sanguineti, persino un cattolicesimo, tanto intimo quanto problematico, e l’amore per i paesaggi naturali della propria infanzia, arcaici e primitivi. Questo articolo si propone di indagare i motivi per cui Pasolini, ciononostante, parli in termini dispregiativi di una possibile «funzione Pavese». A tale scopo, a partire dal sogno americano che entrambi nutrirono in forme assai differenti e da alcune letture in comune, di natura psicologica ed etno-antropologica, si ripercorrono le loro riflessioni attorno alla letteratura, alla società e al concetto di mito che in un caso sembra servire soprattutto come via di fuga, nell’altro parrebbe soltanto soggiacere al principio di realtà. Da qui scaturisce un’oscillazione narrativa tra armonia, oracolarità, irrazionalismo da una parte, razionalità e saggismo dall’altra.

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Pubblicato

25-07-2021

Come citare

Mannelli, L. (2021). Mitologie a confronto. Pavese e Pasolini: irrazionalismo e ideologia. Ticontre. Teoria Testo Traduzione, (15). Recuperato da https://teseo.unitn.it/ticontre/article/view/1208

Fascicolo

Sezione

Cesare Pavese tra razionale e irrazionale. II: Parole, mito, sangue