Libri paralleli: saggi critici e ibridazione narrativa (Barthes, Manganelli, Lavagetto, Deresiewicz)
Résumé
Scopo del presente contributo è indagare il nesso tra il concetto d’ibridazione e il genere del saggio critico attraverso alcuni esempi desunti entro un periodo di medio termine nella contemporaneità (1970-2010). In ambito estetico l’ibridazione è stata interpretata, dapprima, come momento di confusione delle poetiche classiche, in seguito, soprattutto nel Novecento, come una vera e propria possibilità di affrancamento delle opere dalla categoria stessa di genere letterario. Il corpus di saggi critici è circoscritto a quattro autori (Roland Barthes, Giorgio Manganelli, Mario Lavagetto, William Deresiewicz), appartenenti a tre letterature e pubblicati dall’epoca della teoria al suo apice (1970) fino a oggi. L’analisi, prendendo in conto aspetti tanto strutturali quanto stilistici delle opere, mette in luce le strategie di commento e riscrittura che comportano l’inserimento di un discorso parallelo a quello critico, che rileva di un altro genere, né saggistico, né filosofico. L’obiettivo conclusivo è mostrare come l’ibridazione stessa sia studiabile, da un punto di vista storico-letterario, come un fenomeno generico ancorato alla cultura vigente e ai suoi modi di produzione, anche nel caso di un genere intellettuale e apparentemente estraneo alle dinamiche delle merci culturali come il saggio critico. Infatti ibridazione non significa automaticamente liberazione dalla categoria di genere letterario. Man mano che il ruolo della teoria nella scrittura saggistica scema di fronte a un cambiamento dei paradigmi critico-letterari della contemporaneità, l’ibridazione interviene nel saggio critico tramite meccanismi che appartengono più a un adeguamento che a una differenziazione rispetto ai generi narrativi tradizionali.
This contribution aims at discussing hybridization in its relations with the literary genre of the critical essay by analyzing some examples found in the medium-term period 1970-2010. Following the historical outline of appearance of hybridization within Western aesthetics, in the first part of the paper it is claimed that hybridization formerly indicated aesthetic and literary issues related to texts which did not fit into any given poetic principles and entailed moral disapprobation. Subsequently, from the 20th century onwards, hybridization has been associated with a sort of liberation of literary works from the category of genre itself. The critical essay is here selected as a literary genre through which to investigate the concept of hybridization. Hybrid essays were selected by four authors (R. Barthes, G. Manganelli, M. Lavagetto and W. Deresiewicz), from three literatures, and published between 1970, when literary theory was at its peak, and the present day. By considering the structure and style of such works, the second part of the article points out the relationship between the commentary and the rewriting as well as the argumentative and the narrative discourse which reveals the presence of another genre besides the critical discourse, neither essayistic nor philosophical. This parallelism links the essay to the narrative and cannot be interpreted as the dispossession of literary genres by means of hybridization. The final aim of this study is to show that hybridization acts as an historical phenomenon in compliance with a given culture and its market system, even in the case of such a peripheral genre as the critical essay. In summary, as literary theory has been progressively replaced by new paradigms, hybridization has modified critical essays by adopting mechanisms of adaptation, rather than differentiation, with respect to the traditional narrative genres.