Forme giapponesi nella lirica simbolista russa
Parole chiave:
simbolismo russo, haiku, traduzione, Valerij Brjusov, Konstantin Bal'mont, Andrej Belyj, japonismeAbstract
La cultura letteraria e artistica giapponese entra in quella russa a partire dalla fine dell’Ottocento, grazie alla pratica traduttiva, fondamentale per il movimento simbolista, nato come imitazione dell’analogo movimento francese e formatosi a partire dalle traduzioni russe di Baudelaire, Rimbaud e Verlaine, ma poi allargatosi fino a comprendere modelli letterari non più eurocentrici. Tale conoscenza di modelli altri porta con sé un ampliamento delle forme metriche utilizzate dai simbolisti nei loro componimenti originali, tra cui emergono le forme giapponesi degli haiku e dei tanka che, tuttavia, risultano sempre ibridate con segnali di “russità”, ottenuti tramite l’uso della rima e la tecnica dell’omologazione.
Il contributo si propone dunque di evidenziare, all’interno del movimento simbolista russo, il fenomeno di ibridazione della poesia con morfologie tradizionalmente adottate dalla cultura giapponese. L’idea centrale è che vi sia stata una ricezione delle forme giapponesi poetiche segnata da una consapevole mediazione con elementi culturalmente intesi come nativi, nella ricerca di una volontaria ibridazione del sé con l’altro da sé. Verranno analizzati testi di Valerij Brjusov, Konstantin Bal’mont e Andrej Belyj e nelle conclusioni si amplierà il discorso alle coeve sperimentazioni di morfologie esotiche nell’arte visuale e nella musica.