Il Record of Meeting concluso tra la Cina Continentale e Hong Kong S.A.R.: luci ed ombre dell’accordo attraverso una comparazione con il Regolamento (UE) n. 848/2015
Parole chiave:
Insolvenza transfrontaliera , REg. (UE) n. 848/2015, Record of Meeting, Suprema Corte del Popolo della R.P.C. , Practical Guide del Governo di Hong Kong S.A.R.Abstract
Quella della Repubblica Popolare Cinese è la storia di un Paese che alla prosperità economico-commerciale alterna amare cadute ed inaspettate resurrezioni. Una storia costellata dal monito: l’imperativo è sopravvivere! È con la logica della sopravvivenza che la Cina, araba fenice ormai condannata ad un destino nefasto, risorge dalle proprie ceneri. Nel processo di rinascita economica centrale è il ruolo assunto da Hong Kong S.A.R., della disciplina concorsuale e dell’insolvenza transfrontaliera. Nel quadro geo-politico attuale caratterizzato da gravi crisi finanziarie, pandemia e conflitti tra Stati, il Paese di Mezzo mira alla realizzazione del cd. Sogno Cinese: fronteggiare l’egemonia economico-commerciale degli Stati Uniti d’America a livello internazionale. In siffatto contesto, l’accordo sull’insolvenza transfrontaliera (cd. Record of Meeting) concluso tra Hong Kong S.A.R. e la Cina Continentale nel maggio 2021 rappresenta il primordiale tassello di un articolato mosaico tuttora in fieri. Non solo, il Record of Meeting riflette nuovamente la maestria di un Paese capace di contemperare i contrari: un ordinamento di common law con un’economia capitalista ed uno di civil law con un’economia (ancora in parte) socialista. Attraverso l’analitica disamina dell’accordo condotta nel presente elaborato si constata un’ulteriore abilità: lasciarsi inebriare, almeno in ambito giuridico, dall’Occidente. Quello stesso Occidente che ostracizza la Cina definendola un Paese piuttosto rigido, in cui non esiste la capacità politica, dove tutto è eternamente scolpito nella pietra. Dal tentativo, a tratti maldestro, di emulare l’Occidente, e più in particolare il Reg. (UE) n. 848/2015, sorgono alcune questioni giuridiche a cui i giudici, l’esecutivo e gli interpreti saranno chiamati a rispondere. Ma si fa strada anche una convinzione: per competere o superare l’egemonia del grande rivale la Cina deve trarre profitto dalle sue debolezze e, al contempo, attrarre investitori stranieri garantendo loro la possibilità di prevedere con certezza il rischio d’insolvenza.
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