Incisioni di architetti italiani del secondo Novecento. Un patrimonio da individuare, tutelare, valorizzare
DOI:
https://doi.org/10.15168/xy.v4i7.143Abstract
L’articolo costituisce l’occasione per esporre alcuni casi eclatanti di uno studio, avviato ma suscettibile di ulteriori contributi, sugli architetti incisori del Novecento, i cui prodotti meritano di essere catalogati e letti in quanto brani negletti di un momento culturale per altri aspetti significativamente dibattuto. La produzione incisoria degli architetti italiani del secondo Novecento è infatti un ambito poco indagato, ma che si rivela di notevole interesse per il significato rivestito dall’esercizio di quella particolare pratica artistica per la cultura architettonica coeva e per il rilievo delle personalità che vi si dedicarono: Alessandro Anselmi, Carlo Aymonino, Mario Botta, Arduino Cantàfora, Giangi D’Ardia, Paola D’Ercole, Costantino Dardi, Vittorio De Feo, Vittorio Introini, Paolo Martellotti, Massimo Martini, Alessandro Mendini, Giovanni Michelucci, Bruno Minardi, Dario Passi, Franco Pierluisi, Paolo Portoghesi, Franz Prati, Franco Purini, Aldo Rossi, Massimo Scolari. Nell’articolo vengono illustrate le prove di architetti come Aldo Rossi, Arduino Cantàfora, Giovanni Michelucci e Franco Purini, ma soprattutto viene focalizzata l’attenzione sulla sussistenza delle matrici originali, a rischio di degrado e dispersione, a fronte della mancata individuazione e della sottovalutazione di questo particolare filone della cultura del disegno di architettura.