L'arte di contare i tempi

Prospettive sulla presenza

Autori

  • Sebastiano Vecellio Salto Università di Trento

Abstract

Ogni forma d’arte richiede tempo per essere esperita, ma oggi il tempo che siamo disposti a concedere all’arte è sempre meno. Ciò che la contemporaneità pretende da noi è l’accelerazione e l’arte con cui interagiamo deve essere fugace, ridotta in pillole e, possibilmente, anestetizzante. Chi qui scrive non si ritiene estraneo a questo Zeitgeist, incapace di apprezzare l’architettura o una visita in un museo, e costantemente con gli auricolari e la musica nelle orecchie. Forse, però, proprio nelle forme artistiche più quotidiane si nasconde ancora un nucleo di resistenza, un allenamento per riprendere controllo e coscienza del passare del tempo. Questo testo non sarà un’elegia dell’arte classica e canonica, di quelle forme ipostatizzate che oggi veneriamo come le nostre radici culturali, quell’arte che richiede tempo e formazione per essere apprezzata. Queste pagine saranno un elogio alle forme d’arte che sento immediatamente mie, come la musica e la danza, che mi salvano dal terrore di aver perso tempo, perché mi hanno insegnato a contare i tempi.

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Pubblicato

2024-06-19

Fascicolo

Sezione

Espressioni