«Un'umanità alle soglie della coscienza»

La duplice natura del mito pavesiano, contro e con Ernesto de Martino

Autori

  • Maririta Guerbo Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne

Parole chiave:

Cesare Pavese, Ernesto de Martino, teoria del mito, temporalità, antropologia e letteratura, Dialoghi con Leucò

Abstract

 

È nota l'importanza dell'attività editoriale di Cesare Pavese e gli sforzi da lui spesi per l'einaudiana «Collana viola», in collaborazione con Ernesto de Martino. Nello scambio epistolare tra i due e nelle successive dichiarazioni pubbliche di de Martino, l'etnologo lancia un'accusa sferzante di irrazionalismo contro le fonti di etnologia e storia delle religioni che alimentano il mito pavesiano. Tuttavia, vorrei dimostrare che un confronto con l'opera teorica di de Martino permette di intravedere la pars costruens del dialogo tra i due intellettuali: se l'etnologo leva il dito contro l'individualismo irriducibile della «singolarissima infanzia in collina», ci è possibile riconoscere proprio nella produzione più irrazionalistica di Pavese, in Feria d'agosto e nei Dialoghi con Leucò, una seconda natura del mito pavesiano, sulla quale pesa fortemente l'influenza del concetto demartiniano di crisi e reintegrazione della presenza. Ai simboli dell'infanzia che ci legano a doppio filo a noi stessi, si oppongono allora i miti collettivi di «un'umanità alle soglie della coscienza», secondo la bella definizione che Italo Calvino ci ha lasciato dei personaggi dei Dialoghi.

 

 

##submission.downloads##

Pubblicato

31-07-2020

Come citare

Guerbo, M. (2020). «Un’umanità alle soglie della coscienza»: La duplice natura del mito pavesiano, contro e con Ernesto de Martino. Ticontre. Teoria Testo Traduzione, (13). Recuperato da https://teseo.unitn.it/ticontre/article/view/1161

Fascicolo

Sezione

Sezione monografica: Cesare Pavese, il racconto tra razionale e irrazionale