Pavese senza collina

Assenza del mito e incompiutezza estetica

Autori

  • Iuri Moscardi CUNY The Graduate Center

Parole chiave:

Cesare Pavese, La spiaggia, Il compagno, mito, colline, impegno, politica, letteratura

Abstract

ABSTRACT: Pavese definì la propria produzione letteraria come riduzione a chiarezza del mito, da attuare caparbiamente opera dopo opera (le «schegge del monolito»). Per lui, il mito coincise con l’immagine archetipica della collina, luogo irrazionale del sangue e del sacrificio (Paesi tuoi, La casa in collinaLa luna e i falò). Fanno eccezione La spiaggia (1942), che «non è scheggia del monolito», e Il compagno (1947), «un Bildung roman politico sulla acquisizione di una coscienza comunista». A renderli diversi dal resto della produzione pavesiana è la mancata trattazione dell’elemento mitologico: in entrambi la collina è quasi assente. Con il mio saggio, vorrei mostrare come tale mancanza tolga a questi romanzi una piena compiutezza estetica, costringendoli ad appiattirsi su elementi sociali (la descrizione di un ambiente borghese e una presa di coscienza antifascista). Quando Pavese rinuncia a razionalizzare l’elemento irrazionale, la sua scrittura perde autonomia.

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Pubblicato

25-07-2021

Come citare

Moscardi, I. (2021). Pavese senza collina: Assenza del mito e incompiutezza estetica. Ticontre. Teoria Testo Traduzione, (15). Recuperato da https://teseo.unitn.it/ticontre/article/view/1209

Fascicolo

Sezione

Cesare Pavese tra razionale e irrazionale. II: Parole, mito, sangue