Sul tradurre in Landolfi: tra teoria e fisiologia

Autori

  • Raoul Bruni Uniwersytet Pedagogiczny w Krakowie (Università Pedagogica di Cracovia)

Abstract

L’intervento si propone di approfondire le riflessioni teoriche di Tommaso Landolfi intorno al tradurre, così come emergono sia dagli scritti di accompagnamento a certe opere da lui stesso tradotte, sia dagli articoli di carattere giornalistico, in gran parte mai raccolti in volume. Pur essendo convinto, al pari di Croce e degli amati romantici, che tradurre un’opera poetica in modo autentico non fosse propriamente possibile, Landolfi insisté più volte sull’utilità delle traduzioni, specie dalle lingue meno diffuse, e si impegnò in prima persona, fin dagli anni Trenta, a tradurre e divulgare i classici della letteratura russa in Italia (si pensi alla vasta e importante antologia dei Narratori russi che curò per Bompiani nel 1948). Oltre a molti classici della prosa, Landolfi tradusse, specie nella seconda fase del suo itinerario letterario, esemplari sillogi delle poesie di Puškin, Lermontov e Tjut?ev. E in questo caso il tradurre diviene per lui un fondamentale presupposto per la sua attività di poeta in proprio (poi affidata alle tarde raccolte Viola di morte, del 1972, e Il tradimento, del 1977). Ma per Landolfi il tradurre fu anche e sopratutto espressione di una «mania dell’impossibile»: la stessa mania che gli dettò le pagine migliori della sua opera più propriamente creativa.

 

The paper aims at investigating Tommaso Landolfi’s theoretical reflections on translation as they are in the author’s notes to his own versions and newspaper articles, which have been so far not collected together. Although Landolfi believed, in the wake of Croce and the Romatics, that an authentic act of translation was not possible, he claimed the utility of translations, especially in the case of languages which were then marginal to the Italian literary canon. This is way from the 1930’s onward he attended to the diffusion and translation of Russian classics into Italian such as in the case of the pioneering collection of Russian authors (Narratori russi) edited by Bompiani in 1948. Landolfi’s interest for Russian literature brought him to translate, especially in the second part of his life, also exemplary poetic collections by Puškin, Lermontov e Tjut?ev. The act of translation becomes here the fundamental means of interpretation of Landolfi’s poetic activity, as it is in his late collections Viola di morte (1972) and Il tradimento (1977). However, Landolfi’s taste for translation was above all the expression of an «impossible mania», that uncontrolled creative feeling that dictated also his best and most inspired literary works.

Biografia autore

Raoul Bruni, Uniwersytet Pedagogiczny w Krakowie (Università Pedagogica di Cracovia)

instytut neofilologii (Dipartimento di Filologia moderna)

Adiunkt (ricercatore a tempo determinato),

 

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Pubblicato

31-10-2015

Come citare

Bruni, R. (2015). Sul tradurre in Landolfi: tra teoria e fisiologia. Ticontre. Teoria Testo Traduzione, (4), 125–139. Recuperato da https://teseo.unitn.it/ticontre/article/view/983

Fascicolo

Sezione

Saggi