Tra poesia, musica, disegno e prosa: il progetto DAP – Dmitrij Aleksandrovi? Prigov
Résumé
Il presente articolo si sofferma su una delle maggiori figure del panorama culturale russo del Ventesimo secolo, Dmitrij Aleksandrovi? Prigov (1940-2007): poeta, scrittore, pittore, grafico, autore di installazioni, performance teatrali e musicali, Prigov rappresenta un artista completo e un autore dalla natura poliedrica per il quale risulta impossibile stabilire gerarchie tra le svariate incarnazioni. La sua produzione artistica si inserisce all’interno di un progetto che include le varie forme sperimentate, il progetto DAP – Dmitrij Aleksandrovi? Prigov: in esso tutti i tipi di attività (prosa, poesia, disegno, musica) si compenetrano, con la conseguente rottura dei tradizionali confini tra le arti. Dopo aver delineato le caratteristiche essenziali del progetto DAP, si analizzeranno alcuni esempi concreti di applicazione di tali principi, con riferimento alle performance orali, al confine tra poesia, canto e musica. Punto di partenza di queste esibizioni vocali è l’Azbuka (‘Abbecedario’), dove a ciascuna delle trentatré lettere dell’alfabeto russo viene associato ora un suono, ora un elenco di parole, ora una situazione: parola scritta e musica si fondono in una performance unica.
This paper focuses on one of the most famous figures of the Russian cultural scene of the Twentieth century: Dmitrij Aleksandrovi? Prigov (1940-2007). As poet, writer, painter, graphic designer, author of installations, musical and theatrical performances, Prigov was a total, versatile and extremely productive artist, for whom it is difficult to establish a hierarchy between all his different personifications. His entire artistic production is part of a wide project including different genres and permanently breaking borders between forms of art: the life-long artistic project DAP – Dmitrij Aleksandrovi? Prigov. After having described the characteristics of the project DAP, in this paper I aim to analyze some examples of this combination of different artistic strategies, focusing on musical performances. The starting point for these performances – standing on the border between poetry, song and music – is the so-called Azbuka (‘Alphabet’): each of the thirty-three letters of the Cyrillic alphabet spells out a word or a phrase introducing either a sound or a situation. Words and music are combined together in a unique performance.