Rappresentare il paesaggio ai margini, tra mappe non convenzionali e tecniche di sperimentazione grafica
DOI:
https://doi.org/10.15168/xy.v8i14.3360Parole chiave:
paesaggi marginali, tecniche di sperimentazione grafica, visibile/invisibileAbstract
La Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) ha ampliato lo sguardo dai paesaggi di eccezionale valore fino ai territori degradati, riconoscendo implicitamente il ruolo cruciale che tutti i luoghi assumono per la qualità della vita delle popolazioni, nelle aree urbane come nelle campagne. In tale prospettiva culturale e sociale diventano pertanto degni di una nuova attenzione i paesaggi del quotidiano, i paesaggi abbandonati, infine i paesaggi al margine. Riprendendo l’idea di margine messa a fuoco da Gilles Clément (Clément 2005) che ne ribalta il senso da pura area residuale ad ambiente complesso pronto a dispiegare il massimo delle sue potenzialità, il contributo intende esplorare il ruolo della rappresentazione nel ri-consegnare una forma al paesaggio, nel conferire significati attinenti alle parole dello stesso territorio, nello smontare, ri-comporre, conferire nuovi significati alle aree marginali (Tarpino 2016). Chiamando in causa la necessità di rendere espliciti i rapporti tra componenti visibili e invisibili, tra aspetti materiali e immateriali, di cui gli abitanti sono depositari e portatori in un contesto abitativo e paesaggistico, si intende pertanto rivolgere l’attenzione a quelle forme di rappresentazione in grado di lasciare emergere come anche i paesaggi ai margini vengono percepiti e vissuti, in una chiave al contempo descrittiva e propositiva attraverso l’impiego di mappe non convenzionali e tecniche di sperimentazione grafica che lasciano spazio a interpretazioni, visioni e progetti plurimi.
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