L’elefante nella stanza. Considerazioni sparse sui diritti degli animali (e dei robot)
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-2337Parole chiave:
Animali, soggettività giuridica, diritti degli animali, diritti dei robot, etica della curaAbstract
Con la recente riforma, e sulla scorta di esperienze vicine, come quella tedesca, la «tutela degli animali» ha fatto ingresso in Costituzione. Diverse questioni si pongono, oltre che sul piano filosofico, su quello giuridico-costituzionale. Prima tra tutte: per quanto ci si limiti, formalmente, a porre in materia una riserva di legge dello Stato, quale potrà essere, nel medio periodo, l’impatto della riforma sul diritto degli animali? Si arriverà a parlare, anche tecnicamente, di diritti degli animali? Una simile trasformazione, poi, sarebbe compatibile con l’impianto costituzionale, anche post-riforma? E ancora: può tornare utile, nell’inquadrare giuridicamente l’animale, tracciare un’analogia con i robot, parimenti agenti non-umani e caratterizzati da spazi di autonomia?
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