Sentenza Dobbs e dintorni. Appunti pessimisti sulla problematica “direzione” dell’attuale maggioranza della Corte Suprema americana
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-2562Parole chiave:
Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, due process sostanziale e diritto all'aborto, interpretazione costituzionale, movimento giuridico conservatore, originalismo/living constitutionalismAbstract
Prendendo le mosse dalla recente sentenza Dobbs, con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato Roe v. Wade, la storica decisione del 1973 che affermava il diritto costituzionale federale all'aborto in base alla componente sostanziale della clausola del due process del XIV Emendamento, e da una serie di altre recenti sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti sui diritti fondamentali, il saggio sviluppa una riflessione critica complessiva sull'approccio metodologico originalista adottato dall'attuale maggioranza della Corte Suprema. Ragionando sull'evoluzione complessiva del contesto storico, politico e ideologico che ha portato a questi recenti risultati, ci si chiede quali potrebbero essere i futuri sviluppi in varie aree giurisprudenziali, potenzialmente in grado di portare ad altri cambiamenti radicali nelle dottrine giudiziarie consolidate – in particolare attraverso l'abbandono dei consolidati test di bilanciamento multifattoriale a favore di test più rigidi basati su testo/storia/tradizione – prevalentemente in direzione di un abbassamento dello standard di protezione dei diritti fondamentali. L'articolo riflette anche sulle possibili conseguenze negative sulla legittimazione istituzionale della Corte Suprema derivanti dall'eccessiva politicizzazione del suo lavoro, che hanno già avuto luogo alla luce della rapida e netta svolta conservatrice, in particolare dopo Dobbs.
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