Infermità mentale sopravvenuta e disagio psichico. L’inadeguatezza del paradigma penale e il dovere di fare qualcosa
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-2640Parole chiave:
Carcere, salute mentale, diritto penale, ordinamento penitenziario, riformaAbstract
La tutela della salute mentale delle persone detenute continua ad essere una questione dimenticata (o volutamente ignorata) dal nostro legislatore. Nessuna delle proposte di riforma, comprese quelle di iniziativa governativa, relative a questo aspetto è stata infatti inserita nei provvedimenti normativi di modifica dell’ordinamento penitenziario, che – tra reticenze e timidezze – sono stati approvati in questi anni. Nello scritto si prova a delineare il possibile contributo del diritto penale sostanziale alla urgente riprogettazione del modello di trattamento e cura del disagio psichico in carcere e della infermità mentale successiva alla condanna. I limitati adeguamenti realizzati attraverso il lavoro della giurisprudenza, anche costituzionale, non sono infatti sufficienti a fronteggiare una situazione la cui drammaticità è resa evidente dall’impressionante numero di suicidi in carcere (84 nel corso dello scorso anno).
##submission.downloads##
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.