Il potere normativo dei giudici nelle materie bioeticamente e religiosamente rilevanti
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-2839Parole chiave:
Biodiritto, bioetica, Costituzione, potere giudiziario, ParlamentoAbstract
Questo articolo analizza il potere dei giudici nel definire il biodiritto. Lo fa soffermandosi sulla storia giurisprudenziale e normativa di temi eticamente sensibili (aborto, procreazione assistita, maternità surrogata, fine vita), in cui la scienza e la tecnologia hanno portato le nozioni fondamentali dell’esistenza (nascita, vita, morte, dignità, salute, autodeterminazione) a una crisi epistemologica. Nelle democrazie costituzionali diventano fonte di tensioni antagoniste, da cui emerge la necessità di norme codificate. Alle prese con interessi elettorali e passioni mediatiche, i parlamenti rispondono con atteggiamenti che vanno dall'inerzia alla spiccata partigianeria. Dalle relative trame normative emerge il confronto tra diverse concezioni della bioetica. Da posizioni laiche e religiose le vediamo riversarsi nei dibattiti riguardanti il ruolo e l’esegesi delle disposizioni costituzionali, compresi quelli legati alla teoria del “constitutional originalism” e della “living constitution”. Ciò è evidente alla luce della storia legislativa e giurisprudenziale italiana degli ultimi due decenni, resa ancora più stimolante se comparata con altre giurisdizioni. Quella afferente alla Costituzione americana è di particolare interesse per il presente lavoro.
##submission.downloads##
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.