Il giudice chatbot: riflessioni sull’importanza delle garanzie italiane, prendendo spunto da una recente decisione della Corte costituzionale colombiana
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-3600Parole chiave:
Giusto processo, intelligenza artificiale, chatbot, responsabilità del giudice, principi costituzionaliAbstract
Il contributo esplora le implicazioni giuridiche e costituzionali dell’uso di chatbot basati su LLM, come ChatGPT, nel processo giudiziario. Analizzando in particolare la sentenza T-323/2024 della Corte costituzionale colombiana, gli autori riflettono sui rischi connessi all’impiego dell’IA nella fase decisionale del giudizio, come l’assenza di trasparenza, la deresponsabilizzazione del giudice e la violazione del diritto di difesa. Il lavoro evidenzia i limiti dell’IA nel garantire razionalità, trasparenza e responsabilità nel giudizio, sottolineando la necessità di un “surplus umano” nella funzione giurisdizionale. Si propone un uso dell’IA come supporto amministrativo, ma si esclude la sua legittimità quale soggetto attivo nella produzione del decisum.
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