CPR come nonluoghi. Riflessioni necessarie sulla salute dei migranti detenuti
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-3651Parole chiave:
CPR, salute mentale, non-luoghi, luoghi antropologici, istituzioni totaliAbstract
I CPR, esattamente come i luoghi di detenzione, incidono pesantemente sulla salute mentale di chi vi è rinchiuso. L’unico reato commesso da queste persone è essere fuggiti da guerre e persecuzioni per mettere in salvo la vita, o cercarne una migliore, esponendosi ad esperienze potenzialmente traumatiche. Si ritrovano in non-luoghi fatti apposta per perdere l’identità e aderire a quella offerta dall’Istituzione totale. Come ci ricordano Augè e Goffman, i contesti culturali, psicologici e antropologici modificano la persona non solo nei comportamenti ma nella percezione stessa di sé e da parte degli altri, rendendola ancora più vulnerabile a vari disturbi mentali.
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