La ricezione editoriale di Max Frisch in Italia. (1959-1973). Ascesa di uno svizzero engagé
Ascesa di uno svizzero engagé
Mots-clés :
Max Frisch, Enrico Filippini, Feltrinelli, Transfer, Ricezione, Traduzione, Letteratura svizzera, Campo letterario, Engagement, EditoriaRésumé
La prima traduzione di Max Frisch in italiano viene pubblicata da Mondadori nel 1959: si tratta di Stiller, romanzo uscito in edizione originale, da Suhrkamp, cinque anni prima. L’editore milanese ne acquista i diritti nel 1955 e i continui rinvii della pubblicazione permettono alla giovane Feltrinelli di assicurarsi, nel frattempo, sia il romanzo successivo di Frisch, Homo Faber, che il suo Diario d’antepace, due opere in precedenza scartate dai consulenti sia di Mondadori che di Einaudi e che consacrano definitivamente l’autore in patria e all’estero. Così ha inizio una lettura dell’autore svizzero che è impregnata dell’interpretazione proposta dal suo amico e traduttore Enrico Filippini, consulente Feltrinelli dal 1957. Filippini presenta al pubblico italiano un Frisch d’avanguardia, in grado di coniugare nei propri testi l’engagement e la sperimentazione letteraria di cui le edizioni Feltrinelli, e più tardi il Gruppo ’63, vogliono essere i rappresentanti. Accanto a questa lettura, che va per la maggiore presso la critica, se ne riconosce un’altra, contemporanea e opposta: è quella avanzata dall’einaudiano Cesare Cases, che interpreta Frisch in chiave realista e ne loda, già in Stiller, lo sguardo «vigile e critico» sulla società e sul clima intellettuale svizzeri. A partire dal 1973, in seguito al riassestamento delle posizioni delle due case editrici nel campo letterario italiano, è Einaudi a pubblicare le ultime opere di Max Frisch, cominciando con il Gugliemo Tell per la Scuola e concludendo così una prima fase della traiettoria italiana dell’autore.
The first Italian translation of Max Frisch’s works is published by Mondadori in 1959: it’s Stiller, a novel which already has come out in its original version at Suhrkamp five years earlier. The editor in Milan has already acquired the rights in 1955 and the many postponements of the publication allow Feltrinelli, a young competitor, to acquire in the meantime Frisch’s next novel, Homo Faber, as well as his first Tagebuch: both have been rejected by Mondadori and Einaudi and both contribute to consecrating Frisch in the German-speaking world as well as abroad. Thus begins the interpretation of his work which is strongly defined by the reading of a young consultant at Feltrinelli, Enrico Filippini, translator and friend of Frisch’s. Filippini introduces him to the Italian public as an avant-garde author, capable of that mix between engagement and literary experimentation which Feltrinelli, and later the Gruppo 63, wanted to represent. But alongside this interpretation, another one, opposed to it, is suggested by Cesare Cases, consultant for Einaudi: he reads Frisch as a realist author and praises, already in Stiller, his «vigilant and critical» look upon swiss society and its intellectual environment. From 1973 onwards, following the rearrangement of the positions in Italy’s editorial field, Einaudi starts publishing Frisch’s later books, starting with Gugliemo Tell per la Scuola and thus concluding a first moment of the author’s Italian trajectory.