Il Campo delle Pietre d’Italia. Il tappeto urbano ai piedi del Sacrario di Redipuglia

Autori

  • Orazio Carpenzano

DOI:

https://doi.org/10.15168/xy.v4i8.160

Parole chiave:

decorazione lapidea, modulo quadrato, luce, struttura geometrica

Abstract

Il progetto ha per obiettivo la realizzazione di una grande area consistente in una superficie quadrata di venti metri di lato. Lo schema quadrangolare ipotizzato è simbolo di definizione e delimitazione, recinto e codice di un ordine concettuale, figura della terra, dell’arresto, dell’istante isolato, dell’immanenza. Riunisce i caratteri della figura regolare con la perpendicolarità e, essendo la più semplice struttura modulare, attraverso i suoi nove nodi si può frammentare in figure simili con progressioni infinite rinvenibili nei numerosi “tributi” che a questa figura hanno dedicato molti artisti di ogni epoca e luogo. Il tappeto che ne deriva diviene, quindi, il naturale recapito geometrico dei percorsi che convogliano tutte le direzioni principali del contesto. La figura quadrata conferisce dignità formale ad uno spazio dai margini indefiniti e scarsamente relazionati con l’intorno. All’interno di questo quadrato sono collocate 8.047 pietre, assemblate secondo un motivo geometrico di scomposizione triangolare della forma quadrata, riferibile alle decorazioni lapidee realizzate secondo l’antica tecnica del opus sectile, rielaborata agli inizi del Novecento dalla scuola del Bauhaus in opere pittoriche e di tessitoria, principalmente nel lavoro di Anni Albers. Il quadrato assume nella terza dimensione una densa stratificazione di elementi che configurano interferenze e divisioni nelle geometrie sovrapposte. Il progetto è stato realizzato attraverso un montaggio a secco su una struttura di sostegno incassata nel terreno, un sistema costituito da una serie di supporti in acciaio, opportunamente dimensionati per sostenere i carichi computati, sormontati da una griglia metallica sulla quale le singole pietre sono state fissate mediante ancoraggi chimici. Ogni pietra è separata dalle altre in modo da consentire il filtraggio della luce prigioniera sottostante, tra le fughe delle pietre a larghezza variabile. Di notte il tappeto si trasfigura assumendo la configurazione della geometria differita e complementare delle fughe tra i triangoli lapidei, offrendo al visitatore un’area‒spazio segnata dal passaggio tenue delle scie luminose sullo strato superficiale.

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Pubblicato

2020-09-04

Come citare

Carpenzano, O. (2020). Il Campo delle Pietre d’Italia. Il tappeto urbano ai piedi del Sacrario di Redipuglia. XY. Studi Sulla Rappresentazione dell’architettura E sull’uso dell’immagine Nella Scienza E nell’arte, 4(8). https://doi.org/10.15168/xy.v4i8.160