Una lente tra natura e morte. Cimiteri: la messa in scena di nuovi paesaggi ibridi, luoghi dove la simbiosi genera vita
DOI:
https://doi.org/10.15168/xy.v8i14.3236Parole chiave:
natura, paesaggio, RomaAbstract
I licheni sono un’associazione di specie: un vegetale originato dalla simbiosi tra un fungo e un’alga, in grado di trasformare un luogo apparentemente morto in uno spazio adatto alla vita. L’organismo prodotto da questa simbiosi è un individuo nuovo, sospeso tra il regno dei Fungi e quello delle Plantae. “Marginalità” non è solo la condizione presupposta dalla loro struttura biologica, ma determina anche l’ambiente in cui essi svolgono le proprie funzioni vitali: in uno stato che per la maggior parte degli organismi complessi sarebbe estremo, i licheni fanno della zona “liminale” il loro habitat. Classificati dalle scienze ecologiche come “specie pioniere”, abitano gli spazi conducendoli verso uno stato di transizione costante; grazie a loro, i luoghi residuali della morte hanno la possibilità di convertirsi in spazi pronti ad accogliere vita; attraverso i loro corpi – i talli – trasformano i vuoti distribuiti nella minuta rete ecologica che caratterizza lo spazio cimiteriale. Il percorso di analisi proposto nel testo esplora la condizione dei licheni – sia dal punto di vista scientifico che metaforico, e di conseguenza teorico – e la loro azione su un luogo anch’esso simbolo di marginalità: il Cimitero Monumentale del Verano. Il risultato sono delle immagini cangianti, sviluppate attraverso un’astrazione del metodo scientifico tradizionale, che restituiscono universi concentrici: immagini evocative, che si collocano nel solco tracciato a metà del secolo scorso da György Kepes, con The New Landscape in Art and Science; al fine di tentare di rappresentare la tensione che si sta sviluppando negli spazi abbandonati delle città e le possibilità che da questa scaturiscono.
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