Dopo la chiusura dell’OPG: i residui del modello manicomiale e la sopravvivenza del binario “speciale” di giustizia per i “folli rei”

Autori

  • Grazia Zuffa

DOI:

https://doi.org/10.15168/2284-4503-2462

Parole chiave:

Folli rei, Ospedali Psichiatrici giudiziari, non imputabilità per infermità mentale, modello manicomiale di cura e custodia, modello di salute mentale di comunità

Abstract

La riforma (l.81/2014) che ha chiuso gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) ha previsto per i cosiddetti “folli rei” un sistema di intervento terapeutico alternativo alla istituzionalizzazione, secondo il modello di salute mentale di comunità. Non è però stato modificato il “binario speciale” di giustizia che precedentemente conduceva all’OPG, fondato su concetti quali “incapacità di intendere e volere” e “pericolosità sociale”. Questi costrutti sono in sintonia col vecchio “modello manicomiale”, che la riforma ha voluto superare col nuovo approccio sociosanitario. L’articolo analizza le contraddizioni che impediscono la applicazione del modello di salute mentale di comunità previsto dalla legge e offre indicazioni per superare il “binario speciale” di giustizia per le persone con disabilità mentali che hanno commesso reati.

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Pubblicato

2022-12-23

Come citare

1.
Zuffa G. Dopo la chiusura dell’OPG: i residui del modello manicomiale e la sopravvivenza del binario “speciale” di giustizia per i “folli rei”. BioLaw [Internet]. 23 dicembre 2022 [citato 19 aprile 2024];(4):5-22. Available at: https://teseo.unitn.it/biolaw/article/view/2462

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