La vulnerabilità del migrante nell’era delle smart-borders e delle tecnologie lie-detecting
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-3328Parole chiave:
Migranti, lie-detecting, biometria, vulnerabilità, sorveglianzaAbstract
Alle frontiere il riconoscimento biometrico viene utilizzato per individuare movimenti sospetti e anticipare lo screening dei migranti che entrano nei confini europei. L’UE ha finanziato iBorderCtrl, un sistema di rilevamento delle menzogne gestito da una guardia di frontiera virtuale per interrogare i viaggiatori che cercano di attraversare le frontiere mediante la valutazione delle microespressioni facciali. Il riconoscimento facciale solleva preoccupazioni, tra cui il pericolo di sorveglianza e di profilazione discriminatoria, che disegnano i margini di una forma di vulnerabilità di gruppo. A questo si aggiunga la creazione di registri biometrici nella dimensione dell'interoperabilità, contribuendo ad aggravare la fragilità del migrante.
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