Riflessioni in tema di disposizione delle parti anatomiche amputate da vivente per fini di studio, formazione e ricerca
DOI:
https://doi.org/10.15168/2284-4503-3100Parole chiave:
Consenso informato, ricerca su materiale biologico di origine umana, donazione del corpo, solidarietà, atti di disposizione del corpoAbstract
Il presente studio si propone di indagare, anche da una prospettiva gius-comparatistica, il fondamento e i limiti del diritto del singolo di disporre, volontariamente e senza trarne profitto, del proprio corpo per fini medico-scientifici, prendendo in esame l’ipotesi – ad oggi, priva di puntuale regolamentazione a livello nazionale – di donazione alla scienza delle cd. parti anatomiche riconoscibili, vale a dire gli arti superiori o inferiori (o parti di essi), amputati da persona vivente. Non è chiaro, infatti, se il paziente possa destinare tali reperti anatomici ad attività di studio e ricerca biomedica, ovvero se una tale facoltà esuli dalla sfera di autodeterminazione del singolo sul proprio sé, ricadendo, eventualmente, nella discrezionalità dei sanitari.
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