Riflessioni in tema di disposizione delle parti anatomiche amputate da vivente per fini di studio, formazione e ricerca

Autori

  • Rosalba Potenzano

DOI:

https://doi.org/10.15168/2284-4503-3100

Parole chiave:

Consenso informato, ricerca su materiale biologico di origine umana, donazione del corpo, solidarietà, atti di disposizione del corpo

Abstract

Il presente studio si propone di indagare, anche da una prospettiva gius-comparatistica, il fondamento e i limiti del diritto del singolo di disporre, volontariamente e senza trarne profitto, del proprio corpo per fini medico-scientifici, prendendo in esame l’ipotesi – ad oggi, priva di puntuale regolamentazione a livello nazionale – di donazione alla scienza delle cd. parti anatomiche riconoscibili, vale a dire gli arti superiori o inferiori (o parti di essi), amputati da persona vivente. Non è chiaro, infatti, se il paziente possa destinare tali reperti anatomici ad attività di studio e ricerca biomedica, ovvero se una tale facoltà esuli dalla sfera di autodeterminazione del singolo sul proprio sé, ricadendo, eventualmente, nella discrezionalità dei sanitari.

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Pubblicato

2024-06-28

Come citare

1.
Potenzano R. Riflessioni in tema di disposizione delle parti anatomiche amputate da vivente per fini di studio, formazione e ricerca. BioLaw [Internet]. 28 giugno 2024 [citato 21 novembre 2024];(2):137-72. Available at: https://teseo.unitn.it/biolaw/article/view/3100

Fascicolo

Sezione

Saggi