La pianificazione condivisa delle cure come alternativa alle disposizioni anticipate di trattamento per le decisioni di fine vita

Autori

  • Franco Aprà
  • Maurizio Di Masi
  • Francesca Marin
  • Gaia Marsico
  • Daniele Rodriguez

DOI:

https://doi.org/10.15168/2284-4503-3413

Parole chiave:

Pianificazione condivisa delle cure, direttive anticipate di trattamento, fine-vita, malattia, autodeterminazione

Abstract

Il saggio mette a confronto la Pianificazione condivisa delle cure (PCC) e le Disposizioni anticipate di trattamento (DAT) per valutarne i punti di forza e di debolezza nel processo decisionale del fine vita. La legge n. 219/2017, che ha introdotto questi strumenti giuridici, va oltre l’ambito delle cure di fine vita, enfatizzando il consenso, la terapia del dolore e la capacità decisionale dei minori e delle persone incapaci in tutte le fasi della relazione terapeutica. Secondo gli autori, PCC e DAT non dovrebbero essere visti come strumenti opposti, bensì complementari: entrambi offrono alle persone l’opportunità di riflettere su salute, malattia e mortalità, evidenziando l’importanza delle relazioni interpersonali e riconoscendo il carattere vulnerabile dell’essere umano. Valorizzare questa dimensione intersoggettiva favorisce una comprensione più completa del processo decisionale in ambito sanitario e dell’autonomia personale.

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Pubblicato

2025-03-20

Come citare

1.
Aprà F, Di Masi M, Marin F, Marsico G, Rodriguez D. La pianificazione condivisa delle cure come alternativa alle disposizioni anticipate di trattamento per le decisioni di fine vita. BioLaw [Internet]. 20 marzo 2025 [citato 2 aprile 2025];(1S):185-202. Available at: https://teseo.unitn.it/biolaw/article/view/3413

Fascicolo

Sezione

PARTE I) LA PIANIFICAZIONE CONDIVISA DELLE CURE TRA NORME E “BUONE” PRATICHE

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