Osservatori periurbani. Il caso di studio della Cantueña nell’Area Metropolitana di Madrid
DOI:
https://doi.org/10.15168/xy.v8i14.3178Parole chiave:
città diffusa, periferia, residuoAbstract
La parola “periferia” e la espressione “territorio periurbano” stanno generando attualmente una confusione concettuale, tanto nell’immaginario comune come nei dibattiti accademici, che si rispecchia nei diversi metodi di investigare e rappresentare zone non categorizzabili e impossibili da definire univocamente: zone marginali, irrisolte, residuali, in trasformazione, di opportunità. In seguito alla rapida espansione urbana delle grandi metropoli mondiali, sono stati elaborati a livello internazionale diversi approcci e nuove metodologie di indagine per capire e rappresentare l’indefinizione periurbana e ripensare alcuni concetti obsoleti della periferia, storicamente definita in contrapposizione e in dipendenza dal centro. Questo articolo espone il possibile uso di zone residuali come osservatori periurbani, ovvero come strumenti di indagine e di educazione visuale della collettività, sottolineando l’importanza dell’osservazione diretta. Si propone il caso di studio di un possibile osservatorio periurbano nel contesto della penisola iberica, nell’Area Metropolitana di Madrid: Los Cerros della Cantueña, un congiunto di quattro rilievi genericamente chiamati La Cantueña. Per la sua posizione elevata rispetto alla zona piana dove sorge, è infatti, oltre che riserva della biodiversità e parco pubblico, un punto privilegiato di osservazione: da questi rilievi sono visibili le zone industriali, i grandi centri commerciali, i blocchi residenziali dei nuclei urbani che orbitano intorno al centro di Madrid, le diverse infrastrutture viarie che li collegano a questo “centro” e il centro stesso.
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