Dag Solstad, modernista norvegese
Traduzione di Det Plutselige Øyeblikk (Spiraler) e Vi vil Ikke gi Kaffekjelen Vinger (Svingstol)
Mots-clés :
Dag Solstad, Norvegia, modernismo , spiraler, svingstolRésumé
Una prima parte è dedicata a una panoramica sulla produzione letteraria di Dag Solstad, uno tra i maggiori scrittori e intellettuali norvegesi viventi. Le sue opere sono suddivisibili in cinque gruppi tematici differenti, il primo dei quali corrisponde alla fase modernista degli anni Sessanta. Successivamente l’attenzione si sposta proprio su questo periodo iniziale, mostrando come le due opere di debutto, Spiraler (Spirali; 1965) e Svingstol (Sedia girevole; 1967), dispongano di caratteristiche tematiche e contenutistiche diverse tra loro che fanno sì che l’una possa essere letta in contrapposizione all’altra. Le novelle della prima raccolta, Spiraler, sono strettamente legate alla poetica del Simbolismo. I personaggi sembrano essere immersi in un sogno, o in un incubo piuttosto. I motivi ricorrenti sono la mancanza di contatto, la solitudine dell’uomo, l’assurdità della vita. In Svingstol pare invece che Solstad operi un cambio di posizione. Il chiuso mondo simbolico della prima raccolta si apre, così che la realtà concreta possa essere accettata. Infine, tale dialettica è resa visibile tramite le traduzioni inedite di due novelle contenute nelle rispettive raccolte. In “Det plutselige øyeblikk” (L’attimo improvviso) il protagonista fa esperienza della vita moderna della grande città, in cui le persone vanno e vengono freneticamente e dalla quale lui resta escluso. Da un punto di vista stilistico, è importante notare la presenza di periodi molto lunghi, qui funzionali a trasmettere la sensazione di smarrimento del protagonista nel trambusto della grande città, ma che in seguito diverrà una peculiarità della scrittura di Solstad. “Vi vil ikke gi kaffekjelen vinger” (Non vogliamo dare ali alla caffettiera) è posto in apertura di Svingstol e funge da manifesto programmatico valido per l’intera opera. Il testo rappresenta un risveglio in direzione della vita quotidiana, dove l’esistenza viene definita tramite l’utilizzo concreto delle cose, come si intuisce dalla descrizione finale della caffettiera.
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